L’estate 2025 si conferma la stagione delle vacanze “soffocate” dai rincari. Secondo l’analisi di Assoutenti sui dati diffusi da Federalberghi, quasi la metà degli italiani (49,2%) non andrà in vacanza tra giugno e settembre, un dato in netto aumento rispetto al 44,8% del 2024 e al 41,1% del 2023. Alla base di questa scelta c’è soprattutto una motivazione economica: il 54,8% di chi resterà a casa lo farà per mancanza di liquidità.

+22% di spesa in due anni, ma pochi vacanzieri in più

Nonostante il numero complessivo di vacanzieri sia cresciuto di poco – appena 1,4 milioni in più rispetto al 2023 – la spesa complessiva per le vacanze estive sale in maniera vertiginosa, passando da 33,8 miliardi di euro a 41,3 miliardi nel giro di due anni: +7,5 miliardi, pari a un incremento del 22%.

Secondo il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, «la stangata che ha investito prezzi e tariffe di tutto il comparto turistico – dai trasporti agli alloggi – sta modificando radicalmente le abitudini degli italiani, spingendoli a ridurre i giorni di ferie o a scegliere periodi alternativi come giugno o settembre, quando i costi risultano più contenuti».

Le nuove strategie degli italiani per non rinunciare del tutto

Chi decide comunque di partire si organizza diversamente rispetto al passato: vacanze più brevi, spese più oculate e scelte logistiche orientate al risparmio. Le ferie lunghe di agosto sembrano ormai un privilegio per pochi, mentre cresce l’interesse per le partenze spezzate, più flessibili e meno onerose.

Un dato che segnala una trasformazione profonda nel modo di vivere le vacanze, che non riguarda solo la fascia economicamente più fragile della popolazione, ma che interessa trasversalmente tutte le categorie, in un contesto in cui l'inflazione pesa ancora sul carrello delle vacanze.

Il settore turistico, pur generando un volume d’affari significativo, appare quindi sempre più diviso: da una parte una minoranza che può permettersi vacanze complete e costose, dall’altra una crescente quota di popolazione esclusa dalla possibilità di godersi una pausa estiva, con il rischio che la villeggiatura diventi un lusso per pochi.