Omicidio Losardo, la Procura di Paola riapre le indagini dopo 45 anni
Il procuratore Domenico Fiordalisi annuncia nuovi sviluppi sull’uccisione del dirigente comunista. Il figlio Raffaele: "È tempo di rompere il silenzio e cercare la verità"

A distanza di quasi 45 anni dall’agguato mortale che sconvolse la comunità di Cetraro, la Procura della Repubblica di Paola ha deciso di riaprire le indagini sull’assassinio di Giovannino Losardo, ucciso il 21 giugno 1980. Il procuratore Domenico Fiordalisi ha annunciato l’avvio di nuove attività istruttorie, ritenendo che "i tempi siano maturi per cercare finalmente la verità". La riapertura arriva anche grazie al rinnovato appello del figlio, Raffaele Losardo, che in un’intervista a Rai Radio1 aveva chiesto con forza di fare luce su un delitto che ha lasciato troppe zone d’ombra.
Un omicidio tra omertà, politica e giustizia compromessa
Giovannino Losardo non era solo un amministratore pubblico – assessore ai lavori pubblici e poi alla pubblica istruzione del Comune di Cetraro – ma anche segretario capo della Procura di Paola in un periodo critico per la magistratura calabrese. Secondo il figlio, la sua figura dava fastidio a molti: un uomo integerrimo in un contesto dove politica, giustizia e criminalità organizzata si intrecciavano pericolosamente. Non a caso, nel processo per il suo omicidio – poi trasferito a Bari per motivi di sicurezza – il principale imputato, il boss Franco Muto, venne assolto in via definitiva, lasciando la vicenda priva di un colpevole riconosciuto.
Memoria viva e voglia di verità
Raffaele Losardo, figlio della vittima, non ha mai smesso di cercare risposte. Ogni volta che percorre la Statale 18 tra Cetraro e Fuscaldo, ripensa a quel tratto di strada dove il padre cercò scampo dai colpi mortali sparati dai killer. Un luogo che per lui, come per molte altre famiglie colpite dalla violenza mafiosa, rappresenta una ferita aperta. Il procuratore Fiordalisi ha dichiarato di aver già iniziato a riesaminare gli atti processuali dell’epoca e lancia un appello pubblico: "Chi sa, parli. È arrivato il momento di rompere il silenzio". Un segnale di speranza per chi, da anni, attende giustizia.