Edicola votiva
Edicola votiva

In Calabria, tra le pieghe dei paesi antichi e lungo le strade che attraversano borghi e campagne, vivono ancora oggi le edicole votive e le croci di ferro: elementi architettonici semplici, ma densi di significato. Spesso incastonate nei muri delle case, in prossimità di incroci o ai margini dei sentieri, queste piccole strutture custodiscono immagini sacre, ex voto, fiori secchi e ceri consumati. Sono segni discreti di un passato che resiste e di una religiosità profondamente radicata nella cultura calabrese.

La devozione che si tramanda


Le edicole votive, spesso dedicate alla Madonna o ai santi protettori del luogo, sono nate come forme spontanee di preghiera popolare. In passato venivano costruite per grazia ricevuta, per protezione, o per ricordare eventi tragici. Alcune sono semplici nicchie scavate nel muro, altre vere e proprie cappelline in miniatura, ornate da piastrelle dipinte, ferri battuti e decorazioni artigianali. Le croci di ferro, invece, punteggiano i valichi montani, i crocevia rurali o gli ingressi ai paesi, rappresentando confini sacri, memorie di pellegrinaggi o luoghi segnati da eventi dolorosi.

Memoria, identità e comunità


Questi simboli, oggi troppo spesso ignorati o dimenticati, sono in realtà architetture dell’anima. Ogni edicola racconta una storia, ogni croce evoca una comunità. Alcune sono curate ancora oggi da famiglie o confraternite locali, altre versano in stato di abbandono, eppure resistono, sfidando il tempo e l’indifferenza. In un’epoca in cui tutto corre, le edicole votive ci ricordano il valore della sosta, del raccoglimento, del silenzio. Riscoprirle, valorizzarle e proteggerle significa non solo tutelare un patrimonio culturale, ma riappropriarsi di una memoria collettiva fatta di fede, fatica, pietà popolare e bellezza nascosta.