Salvini a Rende: "Voglio lasciare migliaia di posti di lavoro in Calabria", ma il condizionale resta d’obbligo
Il leader della Lega in visita a Rende, tra promesse infrastrutturali, dichiarazioni d’amore per gli ingegneri e appelli al voto per il candidato sindaco Ghionna. Ma tra i proclami e la realtà, il divario resta tutto da colmare

Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini è tornato in Calabria, stavolta per sostenere ufficialmente la candidatura di Marco Ghionna a sindaco di Rende. Una visita che ha avuto il sapore del comizio elettorale, ma anche della passerella politica a favore di telecamere e microfoni. In un discorso a tratti ispirato, a tratti contraddittorio, Salvini ha snocciolato una serie di dichiarazioni che, seppur ricche di buoni propositi, continuano a vivere nel regno delle intenzioni.
Salvini e i posti di lavoro in Calabria
"Qui a Rende c’è un’università, ma io trovo in giro per l’Italia e per il mondo laureati calabresi", avrebbe dichiarato il ministro, lasciando intendere – nemmeno troppo velatamente – che la fuga dei cervelli dalla regione sia una realtà che neanche lui riesce a contenere. Una constatazione più che una promessa, che sembrerebbe cozzare con l’obiettivo dichiarato subito dopo: "Voglio finire il mio mandato lasciando migliaia di posti di lavoro in Calabria per i giovani calabresi". Una volontà nobile, certo, ma per ora priva di dettagli operativi.
Il Ponte sullo Stretto
Tra gli annunci più clamorosi, quello sull’avvio del cantiere per il Ponte sullo Stretto, previsto – secondo il ministro – per il mese di agosto. Un calendario ottimistico, che però suscita dubbi anche tra gli addetti ai lavori, considerando i continui stop, ricorsi e polemiche che da decenni accompagnano l’opera. "Sono circondato da ingegneri, nel bene e nel male, con pregi e difetti", ha detto Salvini, forse nel tentativo di blindare l’operato dei tecnici ministeriali. “Però devo dire che se si mettono qualcosa in testa, la portano avanti fino in fondo.”
Il Decreto Salva Casa
Non è mancata l’autocelebrazione: il nuovo Codice degli Appalti pubblici – ha spiegato – sarebbe stato scritto insieme all’Ordine degli Ingegneri, mentre il cosiddetto “Decreto Salva Casa” dovrebbe consentire a migliaia di calabresi di regolarizzare piccole difformità edilizie che bloccano vendite e acquisti. "Rimettiamo in circolo parecchia energia", ha detto Salvini, trascurando però il fatto che molti tecnici locali denunciano ancora oggi lacune normative, burocrazia farraginosa e confusione interpretativa.
La Statale 106
Il ministro ha anche fatto un passaggio sulla Statale 106, definita da molti “la strada della morte”, e sulla quale ha dichiarato: "Non so per quanti decenni avete sentito chiacchiere e promesse". Aggiungendo che sarebbero già stati spesi tre miliardi di euro. Una cifra che andrebbe verificata, soprattutto alla luce delle condizioni ancora critiche di ampi tratti della strada. Anche in questo caso, il condizionale resta il miglior alleato per chi tenta di bilanciare slancio retorico e verifica dei fatti.
Sul tavolo tanti interrogativi
In sintesi, la tappa calabrese di Salvini avrebbe voluto infondere fiducia, ma ha lasciato sul tavolo interrogativi più che certezze. A cominciare dal reale impatto che questi annunci avranno sulla vita concreta dei calabresi. Nel frattempo, il sostegno al candidato Ghionna è stato ufficiale, anche se l'impressione è che l’attenzione mediatica sia stata ben più rivolta al palcoscenico nazionale che alla realtà rendese. E in una città universitaria come Rende, abituata a ragionare, i proclami senza coperture potrebbero non bastare.