Nel cuore della 'ndrangheta: le cosche più temute del Catanzarese
Dal controllo del territorio alle infiltrazioni negli appalti: i clan Catarisano, Bruno, Giampà, Sia-Procopio-Tripodi e Gallelli dominano il panorama mafioso nella provincia

La provincia di Catanzaro si conferma un territorio strategico per la 'ndrangheta, con una presenza capillare di cosche che esercitano un controllo pervasivo su economia e società. Le recenti operazioni giudiziarie hanno inferto colpi significativi alle organizzazioni criminali, ma la lotta alla mafia richiede un impegno costante e coordinato tra istituzioni, forze dell'ordine e società civile.
Catarisano e Bruno: l’asse criminale tra Borgia e Squillace
Le cosche Catarisano e Bruno sono emerse come tra le più influenti nel Catanzarese, con epicentri rispettivamente a Roccelletta di Borgia e Vallefiorita. Secondo l'inchiesta "Scolacium", entrambe le consorterie hanno esercitato un controllo asfissiante su attività economiche e imprenditoriali locali, attraverso estorsioni, minacce e danneggiamenti. La DDA di Catanzaro ha chiesto condanne fino a 20 anni per 22 imputati, accusati di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento e altri reati gravi.
Giampà: il dominio di Lamezia Terme
La 'ndrina Giampà, con base nel quartiere Nicastro di Lamezia Terme, è stata per anni una delle più potenti della provincia. Guidata da Francesco Giampà, alias "Il professore", la cosca ha esteso la sua influenza su vari quartieri e comuni limitrofi, controllando il traffico di droga e armi. Nonostante gli arresti e le operazioni giudiziarie, la 'ndrina ha mantenuto una struttura organizzativa solida, con una "Commissione" che gestiva le attività illecite anche durante la detenzione dei vertici.
Sia-Procopio-Tripodi: la faida del Soveratese
Nel basso Catanzarese, la 'ndrina Sia-Procopio-Tripodi ha dominato il territorio di Soverato e comuni limitrofi come Satriano e Montepaone. Alleata con altre cosche potenti, ha esteso la sua influenza anche a Roma, Milano e Torino. Tra il 2008 e il 2010, una sanguinosa faida con i clan Gallace-Ruga-Metastasio ha causato numerose vittime. Le operazioni "Showdown" hanno portato a numerosi arresti e sequestri di beni, ma la cosca ha continuato a rappresentare una minaccia significativa per la sicurezza del territorio.
Gallelli: il controllo del latifondo a Badolato
La 'ndrina Gallelli, originaria di Badolato, ha esercitato un controllo capillare sul latifondo locale, imponendo la "guardianìa" e ottenendo illecitamente contributi dell'Unione Europea. L'operazione "Itaca-Freeboat" e successivamente "Pietranera" hanno colpito duramente la cosca, portando all'arresto di numerosi affiliati, tra cui il presunto capobastone Vincenzo Gallelli. Nonostante ciò, la 'ndrina ha continuato a rappresentare una presenza pervasiva nel tessuto socio-economico del territorio.
Altre cosche attive nel Catanzarese
Oltre ai clan sopra menzionati, la provincia di Catanzaro ospita altre cosche significative: Iannazzo: attiva a Lamezia Terme, con influenza su vari settori economici; Torcasio-Cerra-Gualtieri: coinvolta in faide locali e attività estorsive; Gallace: originaria di Guardavalle, con ramificazioni nel nord Italia; Iozzo-Chiefari: operante a Chiaravalle, coinvolta in traffici illeciti e Pane-Iazzolino e Carpino-Scumaci-Bubbo: attive nella zona della pre-Sila.
Queste cosche, sebbene meno esposte mediaticamente, contribuiscono al mantenimento di un clima di intimidazione e illegalità diffusa nel territorio.