Marcella Tassone
Marcella Tassone

L’omicidio di Marcella Tassone è uno dei casi più crudeli nella storia delle vittime innocenti della ’ndrangheta: una bambina uccisa per colpa di una violenza che non ha manifestato alcuna responsabilità. Quel 23 febbraio 1989 ha segnato un dramma indelebile, un simbolo della brutalità mafiosa e dell’esigenza di memoria per costruire una Calabria libera dalla pietà mafiosa.

Il contesto della faida

Nella Piana di Gioia Tauro, negli anni Ottanta, esplode una sanguinosa faida tra diverse ’ndrine locali – Albanese, Cutellè, Tassone, Chindamo, Ferrentino, tra gli altri – che provoca decine di vittime in pochi anni.

Chi era Marcella Tassone

Marcella aveva appena 10 anni ed era la più giovane dei fratelli Tassone. Con occhi grandi e vivaci, amava tornare a casa per guardare il Festival di Sanremo. Non aveva alcun coinvolgimento diretto nelle faide ma era presente accanto al fratello Alfonso al momento dell’agguato.

La sera del 23 febbraio 1989

La coppia si trovava in auto, una “Alfetta”, lungo la provinciale di Laureana di Borrello. Il fratello Alfonso, di 20 anni e già noto alle forze dell’ordine, era il vero obiettivo. Ma la furia dei killer non risparmia Marcella: una raffica di pallettoni calibro 12, seguita da colpi di pistola calibro 7.65, uccide entrambi all’istante.

Un delitto insensato e feroce

I corpi rimangono nell’abitacolo per ore, sinché una segnalazione anonima ai carabinieri ne provoca il ritrovamento. Le condizioni dei cadaveri, ricoperti di sangue, sconvolgono le forze dell’ordine: oltre cinque cicatrici da pallettoni e un colpo alla testa per Marcella, un’estrema ferocia gratuita.

Le conseguenze e l’omertà

L’assassinio della bimba grazie al fratello testimone segnala quanto fossero estremi i regolamenti di conti all’interno delle ’ndrine. In famiglia tre dei quattro fratelli Tassone vengono uccisi in pochi mesi: Alfonso (23 febbraio 1989), Domenico (9 novembre 1988) e precedentemente Giuseppe in carcere. Le indagini si scontrano con un pesante muro di omertà: nessuno parla, nessuno denuncia.

Memoria e impegno civile

Ancora oggi, le tragiche circostanze della morte di Marcella vengono ricordate in incontri di Libera e nelle scuole di Laureana di Borrello, affinché non si spengano i ricordi e non si ripeta la violenza.