Emanuele Riboli, il ragazzo disperso nel buio della ‘ndrangheta
Un adolescente di 17 anni scomparso nel 1974, vittima di violenza mafiosa, senza mai tornare a casa

Il 14 ottobre 1974, Emanuele Riboli, uno studente diciassettenne, fu rapito a Buguggiate, nel Varesotto, mentre tornava a casa in bicicletta. Figlio di piccoli imprenditori locali, tra quelli che solo alla fine si comprese essere nel mirino della ‘ndrangheta, Emanuele divenne un obiettivo per il riscatto. Nonostante la famiglia abbia ipotecato e venduto le proprietà per soddisfare la richiesta iniziale dei rapitori — e nonostante l’impegno degli investigatori e il pagamento di somme elevate — il ragazzo non fece più ritorno. L’intervento attivo degli inquirenti non bastò a salvargli la vita, e la famiglia rimase invano in attesa.
Verità agghiaccianti rivelate da un pentito
Solo molti anni dopo emerse la verità sulla tragica fine di Emanuele. Nel 1990 Antonio Zagari, ex dipendente dei Riboli divenuto collaboratore di giustizia, rivelò che il giovane era stato avvelenato, ucciso e infine “dato in pasto ai maiali”. Le immagini rimasero scolpite nella memoria collettiva come esempio dell’estrema ferocia della ‘ndrangheta.
Giustizia negata: processi, prescrizioni e scuse
Nonostante le potenti accuse e la condanna in primo grado per gli esecutori, la giustizia non portò a una vera conclusione: i colpevoli furono prosciolti in appello per prescrizione. Nel 1999, a causa degli evidenti errori procedurali e dei ritardi ingiustificabili, il procuratore capo chiese pubblicamente scusa alla famiglia Riboli. Quel segmento doloroso di storia rimane una ferita aperta nel cuore della coscienza collettiva.
Una memoria che non si spegne
La vicenda di Emanuele Riboli resta una delle pagine più agghiaccianti del terrorismo mafioso in Lombardia: un ragazzo rapito mentre pedalava verso casa, la sua bicicletta e i libri scolastici gettati tra i cespugli, la sua vita negata e, infine, la verità sconvolgente svelata solo da un traditore della cosca. Una storia che ricorda come la ‘ndrangheta abbia colpito anche nel Nord, infiltrandosi nei contesti più insospettabili, e come lo Stato abbia fallito nel proteggere una giovane vita.