Scognamiglio (Unci AgroAlimentare): “Burocrati sindacali nemici dei pescatori, come quelli UE”
Un atteggiamento che, secondo Scognamiglio, non solo non poggia su numeri o norme, ma soprattutto finisce per danneggiare direttamente i lavoratori
Si accende lo scontro nel comparto della pesca dopo la deroga concessa dal Ministero per consentire l’attività anche nei giorni festivi del 25 e 26 dicembre, oltre che nei sabati e nelle domeniche del mese. A intervenire con parole durissime è Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare, che denuncia quella che definisce “un’indegna gazzarra” messa in scena da alcune sigle sindacali e di categoria contro la decisione richiesta dall’associazione cooperativistica.
La deroga e le critiche delle sigle: la replica dell’Unci
Scognamiglio spiega che la richiesta della deroga nasce dalla situazione straordinaria in cui si trovano lavoratori e imprese della pesca, reduci da un lungo periodo di fermo forzato. Per questo, sostiene, era necessario permettere ai pescatori di recuperare parte delle risorse economiche perdute consentendo le uscite anche durante le festività natalizie.
Secondo il presidente dell’Unci AgroAlimentare, appare paradossale che mentre il comparto protesta contro le limitazioni imposte dall’Unione europea — considerate penalizzanti e lesive della sostenibilità economica e occupazionale del settore — siano proprio alcune sigle sindacali a contestare un’iniziativa pensata per andare incontro alle esigenze degli operatori. Scognamiglio ricorda inoltre che la calendarizzazione proposta non riguarda solo il 25 e 26 dicembre e il 6 gennaio, ma in generale i giorni di sabato e domenica di dicembre, come previsto dal decreto del marzo 2025, condiviso da tutto il settore.
“Ipocrisia e prepotenza: si ostacolano i lavoratori”
Il presidente dell’Unci accusa i “burocrati” delle organizzazioni sindacali di mostrare la stessa “ottusità” dei funzionari europei, contestando il provvedimento del Ministero in nome della “corretta gestione dello sforzo di pesca”. Un atteggiamento che, secondo Scognamiglio, non solo non poggia su numeri o norme, ma soprattutto finisce per danneggiare direttamente i lavoratori: “Vanno contro i pescatori e pensano solo al proprio orticello”, afferma.
Il richiamo al Vangelo e alla dignità del lavoro
Alle critiche relative alla presunta violazione della “sacralità” dei giorni festivi, Scognamiglio risponde ricordando la tradizione cattolica e alcuni passi evangelici, nei quali Gesù contesta l’ipocrisia dei Farisei e riconosce l’importanza del compiere opere necessarie anche nei giorni sacri. Richiama inoltre il valore laico del lavoro, la sua dignità e la sua utilità sociale, sottolineando come molte categorie — dalla sanità ai trasporti, fino ai servizi e all’informazione — lavorino normalmente durante le festività per rispondere ai bisogni della comunità.
“Clima di rottura creato da accuse pretestuose”
Scognamiglio conclude accusando chi ha chiesto l’annullamento del provvedimento di aver creato un clima di tensione in un momento delicato per la pesca italiana. Un atteggiamento che, sostiene, rischia di dividere ulteriormente il settore invece di rafforzarne le battaglie. “L’opinione pubblica e i lavoratori hanno la memoria lunga”, afferma, ricordando i “silenzi e i balbettii” delle stesse organizzazioni in vertenze passate, soprattutto quando a governare c’erano interlocutori più vicini ai loro interessi.