La 'ndrangheta nel Triveneto: dal silenzio al radicamento mafioso
Dalle infiltrazioni economiche al controllo politico: come la criminalità organizzata calabrese si è insediata tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige

L'evoluzione della 'ndrangheta nel Triveneto, da infiltrazioni episodiche a un radicamento strutturale, rappresenta una minaccia concreta per la legalità e lo sviluppo economico delle regioni coinvolte. È fondamentale che le istituzioni, la società civile e il mondo imprenditoriale collaborino attivamente per contrastare questo fenomeno, attraverso una maggiore consapevolezza, l'adozione di misure preventive efficaci e il rafforzamento degli strumenti di controllo e repressione.
Un fenomeno in evoluzione: dal Sud al Nord-Est
Negli ultimi anni, la 'ndrangheta ha consolidato la sua presenza nel Triveneto, trasformando le iniziali infiltrazioni in un radicamento stabile. Le recenti relazioni della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) evidenziano come le organizzazioni mafiose, in particolare la 'ndrangheta, abbiano esteso la loro influenza in settori chiave dell'economia e della pubblica amministrazione, approfittando della vivacità economica e della posizione strategica di queste regioni.
Veneto: un'economia attrattiva per le mafie
Il Veneto si conferma una delle regioni italiane maggiormente esposte al rischio di infiltrazioni mafiose. La combinazione tra vivacità economica e posizione geografica strategica rende il territorio particolarmente appetibile per interessi criminali di tipo affaristico. Le principali organizzazioni criminali coinvolte sono la 'ndrangheta calabrese e la camorra campana, già da tempo presenti in modo strutturato sul territorio.
In particolare, la 'ndrangheta ha adottato modalità "silenziose" di insediamento, agendo in modo discreto ma mantenendo la capacità di esercitare intimidazioni e pressioni violente laddove necessario, soprattutto nei confronti di imprenditori o professionisti non disposti a collaborare.
Trentino-Alto Adige: infiltrazioni nel settore del porfido
In Trentino-Alto Adige, la 'ndrangheta ha trovato terreno fertile nel settore estrattivo, in particolare nelle cave di porfido. L'operazione "Perfido 2" ha portato alla luce un sistema di infiltrazione che coinvolgeva imprenditori, politici e membri delle forze dell'ordine, con accuse che vanno dallo scambio elettorale politico-mafioso alla detenzione di armi.
Secondo l'indice elaborato da Demoskopika per l'anno 2024, in Trentino-Alto Adige le imprese nel settore del turismo a rischio default sono pari a 1.160, considerando una potenziale perdita di fatturato pari a 590 milioni. Per quanto riguarda invece l'esposizione a una possibile infiltrazione criminale, si parla di 150 aziende a rischio nella regione.
Friuli Venezia Giulia: una regione di transito e interesse
Il Friuli Venezia Giulia, terra di confine e di passaggio dei traffici delle mafie transnazionali, è diventato un punto strategico per la criminalità organizzata. La "rotta balcanica" che passa per Trieste vede la compresenza di mafie straniere che gestiscono immigrazione clandestina e narcotraffico.
La criminalità organizzata moderna, proprio per la mancanza di adeguate misure di contrasto, ha buone possibilità di attecchire nel tessuto economico e sociale del territorio. I tentativi di infiltrazioni criminali di stampo associativo mafioso sono già stati registrati, confermati da numerose operazioni di polizia, soprattutto su reati spia come il traffico di droga, il riciclaggio, l'usura e le estorsioni.