Occhiuto riconfermato presidente, ma a vincere è l’astensionismo
Il centrodestra trionfa alle Regionali 2025 in Calabria con oltre il 57% dei consensi, ma più della metà degli elettori non ha votato: affluenza ferma al 43%. Una vittoria politica che apre interrogativi sulla partecipazione democratica
Roberto Occhiuto si impone con un margine largo e conquista un secondo mandato alla presidenza della Regione Calabria. Le prime proiezioni lo danno attorno al 57‑59 %, mentre lo sfidante Pasquale Tridico si ferma tra il 39 e il 41 %. Questo risultato segna una conferma del peso politico del centrodestra nella regione, con una vittoria che appare schiacciante anche alla luce delle aspettative poste sul voto.
Astensionismo protagonista: più della metà resta a casa
Nonostante il trionfo al centrodestra, il dato forse più inquietante è l’affluenza: si attesta poco sopra il 43 %, in calo rispetto alle tornate precedenti. La maggioranza degli elettori non ha esercitato il proprio diritto al voto, confermando un fenomeno ormai strutturale nelle competizioni regionali. In alcune circoscrizioni del primo giorno la partecipazione ha superato a stento il 29 %.
In questo scenario, il consenso elettorale appare meno una manifestazione dinamica di sostegno e più una mobilitazione di base: chi resta a casa finisce per pesare tanto quanto chi decide di votare. Governare con una legittimazione così ridotta pone una sfida politica non da poco.
Consensi, spazio politico e interrogativi per il futuro
Il risultato rafforza la leadership di Occhiuto e la tenuta del centrodestra in Calabria, ma non scava in profondità nelle questioni irrisolte che pesano sul territorio: infrastrutture carenti, divari socioeconomici, crisi demografica, disoccupazione giovanile.
Il vero banco di prova sarà trasformare il consenso elettorale in risultati tangibili. E mentre il centrosinistra dovrà interrogarsi su strategie, alleanze e radicamento sul territorio, il nuovo governo regionale dovrà dimostrare che la fiducia accordata non è un lasciapassare per l’immobilismo. L’astensionismo lampante, d’altro canto, continua a rappresentare una ferita aperta per la democrazia locale: chi governa non potrà ignorarlo.