“Voci dal sottosuolo” torna a Cosenza: il teatro come spazio di comunità e rigenerazione
Il 21 dicembre va in scena “Quattro pezzi facili meno una”, tra memoria storica e conflitti generazionali
Prosegue la sesta stagione di “Voci dal sottosuolo”, la rassegna teatrale a cura del Kollettivo Kontrora in collaborazione con il Teatro del Carro – Pino Michienzi, che fino a gennaio animerà il Teatro Silvio Vuozzo nel quartiere Spirito Santo di Cosenza.
Finanziato con i fondi dell’otto per mille della Chiesa Evangelica Valdese, il progetto nasce da una visione chiara: il teatro non è solo di chi lo fa, ma di chi lo vive. È uno spazio condiviso, un atto collettivo capace di trasformare un luogo in una casa culturale.
Nel cuore del quartiere Spirito Santo, la rassegna ha trovato il suo terreno fertile: non solo un teatro, ma anche una scuola, un cortile e un intreccio di voci. In questo contesto la scena non si limita a rappresentare, ma ascolta, accoglie e restituisce storie, diventando un mezzo di rigenerazione sociale.
Il 21 dicembre in scena “Quattro pezzi facili meno una”
Il secondo appuntamento della rassegna è fissato per venerdì 21 dicembre alle ore 18.00, con lo spettacolo “Quattro pezzi facili meno una”, una produzione firmata da Kollettivo Kontrora e Teatro del Carro.
Protagonista sul palco sarà Francesco Gallelli, attore di grande intensità, già noto per le sue esperienze cinematografiche e televisive. La drammaturgia, scritta da Francesco Aiello e Giovan Battista Picerno, si avvale delle musiche originali di Remo De Vico, mentre la regia è curata dallo stesso Aiello.
La vicenda racconta la storia di un giovane italiano degli anni Settanta, emigrato al Nord in cerca di riscatto, che viene travolto dai conflitti politici e sociali dell’epoca. La sua ossessione per l’ordine lo conduce fino alla militanza nell’eversione nera, fino all’incontro con un gruppo di anarchici nella Reggio Calabria delle “giornate di Reggio”, tra tensioni politiche, ’ndrangheta e poteri occulti.
Un intreccio intenso e drammatico che ripercorre uno dei momenti più turbolenti della storia repubblicana, raccontando collisioni ideologiche e passioni giovanili destinate a segnare il futuro della democrazia italiana.
Una rassegna che dà voce ai quartieri
Questa sesta edizione di Voci dal sottosuolo conferma la missione del progetto: aprire spazi culturali dove prima non esistevano, dare voce a chi spesso non la trova e trasformare la memoria collettiva in materia viva di racconto.
Il programma intreccia spettacoli di teatro contemporaneo e laboratori di drammaturgia di quartiere, realizzati con gli alunni della scuola e con gli abitanti del rione, in particolare gli anziani, custodi di storie e tradizioni che vengono portate sul palco come preludio agli spettacoli.
Ogni serata si aprirà infatti con le storie dei residenti, creando un dialogo diretto tra comunità e scena, tra vita reale e rappresentazione artistica.
Il teatro come diritto condiviso
L’ingresso agli spettacoli è fissato a 1 euro simbolico, scelta che esprime la filosofia del progetto: il teatro non deve essere un lusso, ma un diritto accessibile a tutti.
Ogni appuntamento diventa così un momento di incontro e di condivisione, dove un quartiere intero si riconosce e si riunisce attorno alla cultura.
I prossimi appuntamenti
La rassegna proseguirà nel nuovo anno con due nuovi spettacoli: il 4 gennaio andrà in scena “Mio cognato Mastrovaknic”, produzione Teatro Rossosimona; il 18 gennaio sarà la volta di “Un Live Podcast”, a cura di Divano Project.
Con Voci dal sottosuolo, il Kollettivo Kontrora e il Teatro del Carro continuano a dimostrare che il teatro può rinascere anche dove nessuno lo cerca più, trasformando ogni storia in un ponte tra memoria, arte e comunità.