Pompeo Panaro
Pompeo Panaro

Il 28 luglio 1982, nel comune di Paola (Cs), il commerciante e politico locale Pompeo Panaro scomparve dopo aver chiuso il suo negozio di generi alimentari. Il giorno seguente la sua auto venne restituita con la scusa di un chiarimento, ma lui non si presentò all’appuntamento: era invece in atto un agguato costruito dalla ’ndrangheta. In brevissimo tempo la vicenda assunse i contorni di una “lupara bianca”: il corpo di Panaro non venne rinvenuto immediatamente, tanto che per anni la sua morte fu formalmente dichiarata “presunta”.

Il contesto: potere politico, affari e affinamento criminale

Pompeo Panaro era un uomo molto conosciuto a Paola: gestiva diverse mense, rivestiva ruoli pubblici e godeva di una posizione rispettata nella comunità locale. Eppure, proprio questa visibilità lo mise in contatto — forse inconsapevolmente — con ambienti criminali che identificavano in lui un potenziale ostacolo o un semplice capro espiatorio. Secondo alcuni pentiti, la sua eliminazione sarebbe stata motivata dalla convinzione che fosse un informatore delle forze dell’ordine, o comunque “scomodo” per affari locali. Negli anni Ottanta, la provincia di Cosenza era teatro di conflitti interni alla ’ndrangheta, con spargimenti di sangue, omertà e intrecci con la politica locale.

Le indagini, i resti e l’assenza di giustizia completa

Solo nel 1983-84 furono recuperati brandelli del suo corpo — un omero, alcuni indumenti — in un bosco sopra Paola, ma la ricostruzione rimase parziale e contraddittoria. Quanto alla responsabilità penale, diversi soggetti furono indicati negli anni come autori materiali o mandanti, ma gli unici rinvii a giudizio si sono conclusi in assoluzioni o archiviazioni: uno dei principali indagati fu assolto perché il reato era ormai prescritto.

L’eredità morale e il senso del non-dimenticare

La vicenda di Pompeo Panaro è diventata simbolo dell’impunità e dell’omertà che segnano numerosi crimini di mafia in Calabria. La mancanza di verità piena non riguarda solo il singolo omicidio, ma riflette un’intera comunità che aspetta risposte. Per la famiglia è ancora aperta una battaglia di memoria: ricordare Panaro significa anche chiedere che la zona riconosca il danno subito e che le istituzioni rafforzino la fiducia nella giustizia. In un territorio in cui troppi nomi restano senza volto, e troppi volti senza riconoscimento, la storia di Panaro non è solo cronaca: è una voce che chiede ancora di essere ascoltata.