Morte in mare ad Amendolara, la Procura sospetta omicidio: disposta l'autopsia
Il pescatore 59enne di Briatico era scomparso il 19 giugno durante una battuta di pesca

La scomparsa in mare del pescatore Francesco Vatano, avvenuta il 19 giugno al largo tra Amendolara e Trebisacce, potrebbe non essere frutto di una tragica fatalità. A ipotizzarlo è la Procura della Repubblica di Castrovillari, che ha aperto un fascicolo d’inchiesta a carico di ignoti con l’ipotesi di omicidio volontario. Un cambio di rotta nelle indagini che getta nuove ombre su una vicenda apparsa inizialmente come un incidente.
L’allarme in mare e il racconto del malore
Vatano, 59 anni, originario di Briatico (all'inizio si pensava fosse di Corigliano-Rossano), era da poco entrato a far parte dell’equipaggio di un peschereccio della flotta di Schiavonea. Quel giorno era uscito in mare per una consueta battuta di pesca. Secondo le prime ricostruzioni, alcuni dei presenti avrebbero riferito che l’uomo sarebbe stato colto da un malore, cadendo in mare. I soccorsi, allertati con prontezza, sono giunti sul posto grazie a un mezzo della Guardia Costiera, ma per Vatano non c’era ormai più nulla da fare.
Le indagini e l’ipotesi inquietante
Nonostante la ricostruzione iniziale lasciasse pensare a un evento accidentale, gli inquirenti hanno evidentemente raccolto elementi che hanno suggerito un’ipotesi diversa. La decisione della Procura di disporre l’autopsia è un segnale chiaro: si sospetta che la morte del pescatore possa essere stata provocata da terzi. Non sono ancora noti i dettagli su cosa abbia insospettito gli investigatori, ma si tratta di elementi sufficienti a configurare l’ipotesi di reato più grave.
L’autopsia per fare chiarezza
A occuparsi dell’esame autoptico sarà il professor Biagio Solarino dell’Istituto di medicina legale di Bari, nominato consulente dal pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Biagio Cordasco. L’incarico sarà formalmente conferito il 24 giugno presso la sede della Procura di Castrovillari. Sarà il suo lavoro a dover chiarire se la morte di Francesco Vatano sia compatibile con un evento naturale o se, al contrario, vi siano segni che conducano a un’azione violenta.
Un fascicolo aperto senza indagati
Al momento l’inchiesta è a carico di ignoti. Non ci sono persone formalmente iscritte nel registro degli indagati, ma la formulazione del capo d’imputazione fa comprendere l’elevato grado di attenzione che la magistratura sta riservando al caso. La speranza è che l’autopsia possa fornire risposte decisive e contribuire a ricostruire con precisione le ultime ore di vita del pescatore calabrese.