Scomparsa da tre settimane, il caso di Angelica e il silenzio che preoccupa
Secondo l’Equipe, il silenzio che circonda la vicenda non è casuale, ma riflette un meccanismo di esclusione che colpisce in particolare le donne trans, soprattutto se migranti o sex workers
Da oltre tre settimane di Angelica non si hanno più notizie. Il telefono è spento, i messaggi non arrivano, sui social non compare alcuna traccia. Un silenzio totale che ha spinto l’Equipe Multidisciplinare Vittime di Tortura a lanciare un appello pubblico affinché la sua scomparsa non resti confinata nell’indifferenza. Finora, infatti, il caso ha ricevuto un’attenzione mediatica minima, limitata a una segnalazione su una testata locale, senza che si attivasse un reale allarme pubblico.
Un’assenza che denuncia un problema sociale
Secondo l’Equipe, il silenzio che circonda la vicenda non è casuale, ma riflette un meccanismo di esclusione che colpisce in particolare le donne trans, soprattutto se migranti o sex workers. In questi casi, la scomparsa tende a essere normalizzata, quasi giustificata, trasformando la vittima in responsabile della propria assenza. Un processo che produce una vera e propria disumanizzazione e che rende queste vite invisibili anche nel momento del pericolo.
L’appello per non spegnere l’attenzione
Angelica era seguita dai servizi socio-sanitari e portava con sé una storia segnata da violenze e sofferenza, ma anche da una forte capacità di resistenza. L’Equipe Multidisciplinare Vittime di Tortura chiede ora che la sua scomparsa venga presa sul serio, come accadrebbe per chiunque altro. L’appello è rivolto alle istituzioni, ai media e alla cittadinanza, perché il silenzio non diventi complice e perché la vita di Angelica venga riconosciuta per ciò che è: una vita che conta.