L’allarme sulla povertà sanitaria non risparmia la Calabria, dove un numero crescente di cittadini è costretto a chiedere aiuto per accedere a farmaci e cure essenziali. Nel 2025, secondo il 12° Rapporto del Banco Farmaceutico, in Italia sono 501.922 le persone che si sono rivolte a una delle oltre 2.000 realtà assistenziali convenzionate per ricevere medicinali gratuiti. Un dato in crescita dell’8,4% rispetto all’anno precedente.
La Calabria, già segnata da forti disuguaglianze economiche e da una rete sanitaria pubblica in sofferenza, è tra le regioni in cui la povertà sanitaria assume un volto sempre più drammatico. Farmacie solidali e associazioni territoriali segnalano un aumento costante di richieste, anche da parte di famiglie che fino a pochi anni fa riuscivano a sostenere le spese mediche. “I dati ci restituiscono un quadro preoccupante – spiega Sergio Daniotti, presidente del Banco Farmaceutico –. Offrire farmaci è solo una parte del nostro impegno: dobbiamo comprendere fino in fondo le cause del disagio per fornire risposte efficaci”.

Più minori che anziani tra i nuovi poveri della salute

Il rapporto evidenzia un cambiamento profondo nel profilo delle persone in difficoltà. Cresce la quota dei minori, che con 145.557 casi (pari al 29%) superano gli anziani, fermi al 21,8%. Gli adulti tra i 18 e i 64 anni rappresentano invece il 58% del campione, mentre gli uomini restano leggermente più numerosi delle donne.
In Calabria, questa tendenza è resa ancora più evidente dal progressivo impoverimento delle famiglie e dalla carenza di servizi territoriali, che costringono molti genitori a rivolgersi a parrocchie o enti del terzo settore per ottenere i medicinali necessari ai figli. Le aree più colpite risultano essere quelle interne e rurali, dove la distanza dalle strutture sanitarie e la mancanza di farmacie convenzionate amplificano le disuguaglianze.

Famiglie sotto pressione e rinunce alle cure

L’aumento dei costi pesa in modo pesante sul bilancio familiare. Nel 2024, la spesa farmaceutica complessiva in Italia ha raggiunto 23,81 miliardi di euro, di cui solo il 57,3% coperto dal Servizio Sanitario Nazionale. Il restante 42,7% — oltre 10 miliardi di euro — è rimasto interamente a carico delle famiglie. In Calabria, dove i redditi medi sono tra i più bassi del Paese, questo divario produce effetti immediati: molti cittadini rinunciano alle visite specialistiche o acquistano i farmaci solo parzialmente.
Secondo i dati Istat, quasi una persona su dieci in Italia ha rinunciato a esami o controlli, e nel Mezzogiorno la percentuale è ancora più alta. “La sanità pubblica rischia di diventare un privilegio per pochi – ha dichiarato il vicepresidente della Corte Costituzionale, Luca Antonini –. Se non si interviene subito, il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione, sarà sempre più legato al reddito e non al bisogno”.