Attimi di paura nel centro storico di Rende, dove una coppia di nazionalità italiana avrebbe tentato di far esplodere una palazzina, mettendo a rischio la vita dei residenti. A scongiurare la tragedia è stato il sangue freddo di un vicino di casa, che ha notato l’anomalia e lanciato l’allarme, e il tempestivo intervento di una pattuglia dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Rende.

L’episodio si è consumato nel cuore della notte, tra la tensione e il panico di chi ha assistito alla scena. I militari dell’Arma, giunti rapidamente sul posto, hanno individuato e bloccato i due sospettati poco dopo il tentato gesto, ponendo fine a una vicenda che avrebbe potuto trasformarsi in una tragedia.

Il piano e l’intervento provvidenziale

Secondo la ricostruzione degli investigatori, la coppia avrebbe progettato di far saltare in aria l’edificio aprendo una bombola di gas e lasciandola sul pianerottolo della palazzina. L’intento, secondo le prime ipotesi, era quello di saturare l’ambiente con il gas per poi provocare un’esplosione.

Un residente, accortosi della situazione, è riuscito a intervenire chiudendo la bombola e allertando le forze dell’ordine. L’intervento immediato dei Carabinieri ha evitato che il gas potesse innescare un’esplosione potenzialmente devastante.

Le indagini e le ipotesi sul movente

Le accuse nei confronti dei due arrestati sono molto gravi: tentato omicidio plurimo aggravato. Il provvedimento di arresto è stato disposto dal pubblico ministero di turno, Domenico Frascina, e si attende ora l’udienza di convalida davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cosenza.

Sulle motivazioni del gesto, gli investigatori ipotizzano tensioni e forti contrasti con gli altri condomini, ma le indagini della Procura di Cosenza intendono chiarire ogni dettaglio. La vicenda ha destato forte impressione anche per le analogie con il tragico episodio avvenuto poche settimane fa in Veneto, costato la vita a tre militari dell’Arma.

Il ruolo della giustizia e la difesa

I due presunti autori del gesto sono difesi dall’avvocato Gianluca Garritano. Intanto, la comunità rendese resta scossa da quanto accaduto, consapevole che solo la prontezza dei residenti e l’efficacia dell’intervento dei Carabinieri hanno evitato un dramma.
Le indagini proseguono sotto il coordinamento della Procura di Cosenza, per accertare eventuali ulteriori responsabilità e comprendere fino in fondo la dinamica e le motivazioni di un gesto tanto grave quanto inspiegabile.