Catanzaro: Città e territorio tra Bizantini e Normanni

In vista della non molto lontana (2022) ricorrenza del IX centenario dell’istituzione della diocesi di Catanzaro e della fondazione della sua chiesa cattedrale, l’Arcivescovo Metropolita mons. Vincenzo Bertolone ha dato incarico al Vicario generale mons. Gregorio Montillo di organizzare una serie di iniziative volte a promuovere e diffondere la conoscenza delle origini e dello sviluppo della nostra città, nei suoi diversi aspetti civili e religiosi. Tra queste iniziative è compreso l’interessante incontro culturale che ha avuto luogo nell’Aula S. Petri del Palazzo arcivescovile durante il piovoso pomeriggio di giovedì 28 novembre e che è stato incentrato sulla duplice origine bizantina e normanna della città e del territorio di Catanzaro. Molto elevato è stato il livello dei contributi di conoscenze offerti dai relatori, coordinati dal diacono Vittorio Politano, che, dopo gli interventi introduttivi di mons. Giuseppe Silvestre e mons. Gregorio Montillo, si sono succeduti al microfono, mantenendo sempre vivo l’interesse dei numerosi cittadini presenti, tra cui l’arcivescovo emerito mons. Antonio Cantisani, con l’esposizione di dati storici documentati e dettagliati e con l’ausilio di schede e immagini elettroniche illustrative. Le conclusioni sono state tratte dall’Arcivescovo mons. Bertolone.
L’attendibilità dei dati offerti è stata garantita dall’accuratezza degli studi compiuti dai relatori, docenti universitari e appassionati cultori della storia locale: l’urbanista Maria Adele Teti, l’archeologo Francesco Cuteri, la prof.sa Ester Felicetti e il sig. Mario Saccà.
Dando avvio ai lavori, il prof. Politano ha sottolineato la necessità di dare uno sguardo al passato per procedere nel cammino della storia con maggiore consapevolezza, perché noi calabresi del XXI secolo non saremmo quello che siamo e non potremmo esprimere al meglio le nostre risorse senza la memoria del prezioso contributo di tutti coloro che ci hanno preceduti nei secoli trascorsi (greci, romani, monaci basiliani / storici e filosofi, scienziati e tecnici, poeti e letterati, medici e giuristi) e che non meritano di essere abbandonati nell’oblio.
“La preparazione alla celebrazione del IX centenario della chiesa cattedrale – ha detto poi mons. Silvestre – deve costituire una buona occasione per valutare le modalità con cui, nei personaggi e negli eventi della storia, il Cristo Salvatore continua a rendersi vivo e presente anche nel nostro territorio, per approfondire le diverse modalità con cui la fede cristiana si incarna e prende forma nel nostro contesto socio-culturale e per scoprire la ricchezza dei valori che da essa derivano e sono impressi nella vita quotidiana dei cittadini catanzaresi”. In particolare, con questi obiettivi, l’itinerario di preparazione si svolgerà secondo due linee parallele: una liturgico-spirituale e l’altra storico-culturale, con opportuna attenzione alla doppia origine (bizantina e normanna) della nostra città.
Nel suo ruolo di presidente del Comitato scientifico celebrativo, mons. Gregorio Montillo ha illustrato in sommi capi le tappe annuali della preparazione al IX centenario della chiesa cattedrale di Catanzaro, volte alla più ampia divulgazione dell’evento nel territorio diocesano: nel 2020 si provvederà alla traslazione della reliquia di S. Vitaliano in tutte le 128 parrocchie, con presentazione di schede liturgiche, storiche e culturali, e alla realizzazione di un concorso scolastico; nel 2021 saranno organizzati incontri e conferenze sulla figura di Papa Callisto II, sui principali vescovi della diocesi e sugli ordini e movimenti religiosi presenti nel territorio e importanti anche dal punto di vista economico; per il 2022 sono in programma celebrazioni, un grande convegno e il gemellaggio con la diocesi di Capua, nella quale fu vescovo il nostro patrono S. Vitaliano.
Tra i principali dati offerti all’attenzione dei presenti dalla prof.sa Teti emergono:
- il plurisecolare (436-1060) dominio bizantino sulla Calabria, avamposto strategico spesso teatro di guerre e degrado economico e demografico, massimo dopo la guerra greco-gotica;
- il trasferimento di molti abitanti delle zone costiere nelle zone montane per la difesa dalle incursioni / razzie saracene;
- l’arrivo dei monaci bizantini (basiliani) in Calabria dalla Grecia, tra cui S. Bartolomeo da Simeri, S. Nilo e P. Macario, il cui insediamento nei nuovi conventi comportò disboscamenti e diede inizio ai persistenti fenomeni di dissesto idrogeologico;
- l’origine dell’allevamento dei bachi da seta, espressione di un’economia di sussistenza;
- la lenta rinascita urbana nel X secolo e il boom urbanistico di Catanzaro;
- la trasformazione di Catanzaro (già borgo agricolo) in città, come sede amministrativa e militare, ad opera di Flagizio, procuratore dell’imperatore bizantino Niceforo Foca II, nel 963 (a Flagizio è dovuto anche il primo impianto della chiesa cattedrale);
- la distruzione degli atti bizantini da parte dei Normanni (e poi di Svevi e Angioini), alla quale scamparono le forme artistiche;
- il bilinguismo greco-latino in Calabria, con influssi linguistici arabi, siriani e armeni;
- lo sviluppo dei quartieri, delle porte, delle strade, degli edifici civili (castello feudale) e religiosi (parrocchie e conventi) di Catanzaro, molti dei quali non più esistenti, distrutti o destinati ad altri usi;
- la realizzazione della prima cartografia storica di Catanzaro da parte di Gattoleo nel 1812;
- la successione di crolli (1538), terremoti (1744,1783,1832) e bombardamenti (1943) che nel corso del tempo hanno più volte cambiato il volto della chiesa cattedrale
La rimozione dei marmi della chiesa cattedrale potrebbe svelare ulteriori dati sorprendenti.
Il prof. Francesco Cuteri, docente di Beni Culturali all’Accademia di Belle Arti, ha evidenziato la grande complessità della lettura dei dati disponibili (ancora molto incompleti) sulla città di Catanzaro, paragonata ad un grande albero di ulivo millenario innestato su un precedente olivastro, i cui frutti sono stati in parte raccolti e in parte lasciati marcire. È certo che la città ha origini bizantine e che fu la parte più occidentale dell’impero bizantino. Essa fu fondata sul luogo scelto (fra tre) dall’imperatore bizantino Niceforo Foca II, come ventaglio con fronte verso il mare, e fu elevata alla dignità di città dal suo procuratore Flagizio con l’istituzione del pretorio come centro amministrativo e della chiesa di S. Michele come centro religioso. Dagli studi risulta che Cattaro e Zaro siano non solo i nomi dei due misteriosi fondatori ma anche i nomi di due città della Dalmazia, sedi del contingente militare incaricato della fondazione. È interessante riscoprire il ruolo di S. Trifone, venerato nella chiesa di S. Rocco e ricordato anche in Puglia e in Grecia come protettore dei raccolti agricoli dalle cavallette e testimone dell’Oriente verso cui i cittadini catanzaresi sono chiamati a guardare per riscoprire le proprie radici e rispecchiare la luce culturale e spirituale avuta in eredità.
La prof.sa Felicetti si è soffermata sulla pluralità di popoli (Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Ebrei, Amalfitani, Siciliani) che hanno abitato il nostro territorio, sulla scoperta di monete bizantine del IX secolo e sullo sviluppo della bachicoltura e dell’arte della seta, importata dai Paesi medio-orientali e persistente fino alla II guerra mondiale, per il quale fino alla fine del ’400 fu molto importante l’apporto degli Ebrei, che finanziavano le maestranze. Le fonti della comunità ebraica attestano che a Catanzaro era presente una sinagoga dal 1073, cioè da prima della fondazione della chiesa cattedrale cattolica da parte del Papa Callisto II (1122), che intendeva rimarcare la supremazia strategica di Catanzaro su Taverna.
Mario Saccà ha sottolineato le origini bizantine della nostra città ad opera dei due ufficiali di origine dalmata Cattaro e Zaro sulla base delle numerose chiese bizantine citate nei registri conservati nella basilica dell’Immacolata; tra di esse va ricordata la chiesa di Montecorvino (S. Maria de’ Figulis) dedicata alla Natività di Maria, nella quale ogni anno l’8 settembre ricorre la Festa della Bambinella, antecedente alla festa dell’Immacolata (8 dicembre). In questa occasione, come anche l’8 dicembre, ancora oggi la comunità cristiana si raduna in chiesa nelle ore notturne per attendere in letizia il sorgere del sole tra canti e preghiere. Le origini bizantine della città sono testimoniate anche dagli aspetti architettonici della chiesa di Montecorvino (pianta ottagonale), dal bilinguismo dell’epoca (latino e greco), dalla bipolarità confessionale (convivenza pacifica di cattolici e ortodossi) e dalle tracce toponomastiche presenti a Catanzaro.
Nell’intervento conclusivo mons. Bertolone ha rilevato la convivenza di tradizioni orientali e occidentali, lo sviluppo dell’arte della seta ad opera di bizantini, normanni e aragonesi, il ruolo culturale e spirituale di Cassiodoro e il clima gradevole della città. Citando poi lo scrittore inglese Kissing che visitò la Calabria e ne fece argomento di letteratura, ha dato risalto ai valori della fraternità universale e della convivenza pacifica nella diversità.