Maxi truffa a Villapiana, sequestrato un resort da 33 milioni di euro per fondi pubblici illeciti
L’indagine, sviluppata dal Gruppo della Guardia di Finanza di Sibari, ha fatto luce su un sofisticato meccanismo fraudolento volto ad ottenere finanziamenti pubblici

Un imponente sequestro preventivo, dal valore complessivo di oltre 33 milioni di euro, ha colpito un lussuoso resort e due porzioni di terreno a Villapiana, nel Cosentino. L’operazione è stata condotta dai Finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza, su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Castrovillari, su richiesta della locale Procura della Repubblica.
L’indagine, sviluppata dal Gruppo della Guardia di Finanza di Sibari, ha fatto luce su un sofisticato meccanismo fraudolento volto ad ottenere finanziamenti pubblici erogati dal Ministero dello Sviluppo Economico attraverso Invitalia S.p.A., successivamente impiegati per realizzare un complesso turistico multifunzionale dotato di centro benessere e sala congressi.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’impresa beneficiaria avrebbe simulato un aumento di capitale da 6,5 milioni di euro, mai realmente avvenuto, ricorrendo a una rete di società di comodo – di fatto non operative – utilizzate come "schermo" per generare false operazioni commerciali e contabili. In questo modo, si sarebbe indotto in errore l’ente erogatore, in violazione delle normative che regolano l’accesso ai fondi pubblici.
Ma non solo. Le somme ricevute sarebbero state in parte destinate al pagamento di debiti pregressi e in parte impiegate per l’acquisto di nuovi terreni, in aperto contrasto con le finalità per cui erano state richieste. Le ipotesi di reato contestate riguardano la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, con applicazione del d.lgs. 231/2001 nei confronti della società coinvolta, per illecito amministrativo dipendente da reato.
A seguito delle risultanze investigative, la Procura ha ottenuto il sequestro del complesso turistico e degli immobili ritenuti profitto illecito. La gestione dei beni è stata affidata a un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale.
«L’attività della Guardia di Finanza – commenta il Tenente Colonnello Giuseppe Maniglio, referente dell’operazione – conferma il ruolo strategico del Corpo nel contrasto agli illeciti nella spesa pubblica, e in particolare contro le condotte che drenano risorse vitali per lo sviluppo economico del Paese.»
Si ricorda che, in base al principio della presunzione di innocenza, le responsabilità degli indagati saranno definitivamente accertate solo in caso di sentenza irrevocabile di condanna.