La Toscana si conferma un territorio particolarmente appetibile per le mafie italiane e straniere. La 'ndrangheta, in particolare, ha dimostrato una notevole capacità di adattamento, infiltrandosi in settori economici strategici e collaborando con la criminalità organizzata straniera. È fondamentale che le istituzioni e la società civile mantengano alta l'attenzione per prevenire e contrastare efficacemente queste infiltrazioni, proteggendo l'integrità del tessuto economico e sociale regionale.

Una presenza discreta ma pervasiva

La Toscana, pur non essendo tradizionalmente considerata un territorio di insediamento mafioso, è diventata negli ultimi anni un'area di interesse per la 'ndrangheta. Secondo la Dia, le cosche calabresi operano "in trasferta", mantenendo le basi in Calabria ma svolgendo attività criminali in Toscana, principalmente legate al riciclaggio di capitali illeciti, al traffico di droga, all'usura e alle estorsioni. Queste attività sono spesso mascherate da investimenti in settori economici legali, come la ristorazione, il turismo, l'edilizia e il tessile, grazie anche alla collaborazione di professionisti locali.

Settori economici sotto attacco

Le mafie, in particolare la 'ndrangheta, hanno individuato nella Toscana un terreno fertile per il reinvestimento dei proventi illeciti. I settori più colpiti sono: Ristorazione e turismo: l'acquisizione di ristoranti e alberghi permette di riciclare denaro sporco e di esercitare un controllo sul territorio; Edilizia e movimento terra: le imprese mafiose partecipano a gare d'appalto, spesso con l'ausilio di aziende in crisi, per ottenere lavori pubblici e privati; Gestione dei rifiuti: lo smaltimento illecito di rifiuti, come emerso nell'operazione "Keu", ha portato alla contaminazione di terreni agricoli e alla compromissione dell'ambiente; Settore tessile: in province come Prato e Pistoia, la 'ndrangheta ha infiltrato aziende tessili, spesso in collaborazione con la criminalità cinese, per sfruttare manodopera a basso costo e praticare l'evasione fiscale.

Collaborazioni con la criminalità straniera

La Dia segnala anche una significativa presenza in Toscana di gruppi criminali stranieri, in particolare di origine cinese, balcanica e nordafricana. Questi gruppi adottano metodologie assimilabili a quelle mafiose italiane e talvolta collaborano con queste per ottimizzare i guadagni. Ad esempio, la criminalità cinese è attiva nel settore tessile e delle scommesse, mentre le mafie albanesi gestiscono con forza il narcotraffico.

Interventi delle istituzioni

Nel 2024, le prefetture toscane hanno adottato 28 provvedimenti antimafia nei confronti di ditte a rischio di infiltrazione mafiosa, operanti in settori come l'edilizia, il movimento terra, i rifiuti, il settore ricettivo-alberghiero e i bar. Inoltre, sono stati effettuati oltre 680 controlli sugli appalti pubblici e sui progetti finanziati con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), per prevenire il rischio di infiltrazioni mafiose.