Il clan Mancuso di Limbadi: potere, alleanze e sfide alla legalità
Dalla provincia di Vibo Valentia al palcoscenico internazionale, la 'ndrina dei Mancuso rappresenta uno dei vertici più influenti e radicati della 'ndrangheta calabrese

Il clan Mancuso, originario di Limbadi, è considerato dagli investigatori la cosca più potente della provincia di Vibo Valentia. La sua ascesa risale agli anni '70, quando, grazie a strette alleanze con i Piromalli di Gioia Tauro e i Pesce di Rosarno, i Mancuso consolidarono il loro dominio nel territorio, estendendo la loro influenza anche nel reggino, nel lametino e nel crotonese. Queste alleanze permisero loro di entrare negli affari legati al porto di Gioia Tauro e al centro siderurgico previsto nella piana omonima, gestendo il trasporto di materiali attraverso un consorzio mafioso di oltre cento imprese.
L'ascesa negli anni '80 e lo scioglimento del comune di Limbadi
Negli anni '80, il potere dei Mancuso si consolidò ulteriormente. Nel 1983, Limbadi divenne il primo comune d'Italia a essere sciolto per infiltrazioni mafiose, quando Francesco Mancuso, noto come "Don Ciccio", fu eletto sindaco mentre era latitante e sorvegliato speciale. Questo episodio segnò un punto di svolta, evidenziando la profonda penetrazione del clan nelle istituzioni locali.
Luigi Mancuso e l'espansione del clan
Il vertice attuale del clan è rappresentato da Luigi Mancuso, soprannominato "U Signurinu". Arrestato nel 1993 nell'ambito dell'operazione Tirreno, fu condannato a 30 anni di carcere. Dopo la sua scarcerazione nel 2012, tornò a guidare la cosca, imponendo la sua autorità e cercando di pacificare le faide interne, come quella di Stefanaconi. Nel 2019, fu nuovamente arrestato nell'operazione Rinascita-Scott, che portò all'arresto di oltre 300 persone, tra cui politici, imprenditori e funzionari pubblici, accusati di collusione con la 'ndrangheta.
Attività criminali e ramificazioni internazionali
Il clan Mancuso ha esteso le sue attività ben oltre i confini calabresi. È presente in diverse regioni italiane, tra cui Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio e Toscana, e ha ramificazioni internazionali, in particolare in Togo, che rappresenta un nuovo centro logistico per il traffico internazionale di cocaina. Le sue attività criminali spaziano dal traffico di droga al riciclaggio di denaro, dall'estorsione al controllo degli appalti pubblici, fino all'infiltrazione in settori economici strategici.
Il processo Rinascita-Scott e le sfide alla legalità
Il maxi-processo Rinascita-Scott, avviato nel 2021, rappresenta uno dei più grandi procedimenti giudiziari contro la criminalità organizzata in Italia. Con oltre 300 imputati, tra cui esponenti politici e imprenditoriali, il processo mira a smantellare la rete di potere costruita dal clan Mancuso e dalle cosche alleate. La determinazione della magistratura, guidata dal procuratore Nicola Gratteri, ha ridato speranza a una regione da troppo tempo oppressa dalla morsa mafiosa.
La storia del clan Mancuso evidenzia la capacità della 'ndrangheta di adattarsi e infiltrarsi in vari settori della società, sfruttando le debolezze delle istituzioni e l'assenza dello Stato in alcune aree. Tuttavia, le recenti operazioni giudiziarie e le collaborazioni con la giustizia rappresentano segnali positivi nella lotta per la legalità e la giustizia in Calabria e oltre.