Operazione “Gambling”, dopo dieci anni il Tribunale assolve i vertici di Betsolution: “Nessun metodo mafioso”
A Reggio Calabria cade l’accusa di associazione mafiosa: assolti Lagrotteria, Ciaffi e la rete commerciale della società maltese

A distanza di un decennio dallo scoppio dell’operazione “Gambling”, la giustizia ha emesso il suo verdetto: non vi fu metodo mafioso nella gestione del sistema di scommesse online operato da “Betsolution”, la società con sede a Malta finita nel mirino della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nel luglio 2015. È quanto ha stabilito il Tribunale di Reggio Calabria, che ha assolto con formula piena i principali imputati del processo di primo grado per associazione mafiosa.
Assoluzioni e prescrizioni
Domenico Lagrotteria e Alessandro Ciaffi, rispettivamente fondatore e manager della rete di Betsolution, sono stati assolti “perché il fatto non sussiste” e “per non aver commesso il fatto”. Assolti anche gli agenti coinvolti nella rete commerciale. Le restanti imputazioni, relative a reati fiscali e all’esercizio abusivo delle scommesse, sono cadute per intervenuta prescrizione. Un epilogo che ridimensiona profondamente l’impianto accusatorio originario, costruito in gran parte sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Mario Gennaro.
Le accuse del pentito non reggono in aula
Gennaro, ritenuto il primo pentito proveniente dal mondo delle scommesse online, aveva indicato nel gruppo dirigenziale di Betsolution il motore di un sistema illegale di raccolta scommesse, operante in collegamento con la cosca Tegano. Ma in aula, nel corso di un processo lungo e complesso, le sue dichiarazioni non hanno trovato adeguato riscontro nei fatti. Le uniche due condanne pronunciate dal Tribunale sono state per Antonino Alvaro (10 anni di reclusione) e Cristian Cosentino (7 anni), per posizioni ritenute comunque estranee alla gestione diretta della società maltese.
Un’ombra lunga sulla dignità imprenditoriale
Soddisfazione e sollievo tra i difensori degli imputati assolti. In particolare, l’avvocato Daniela Agnello, legale di Domenico Lagrotteria, ha evidenziato il significato della sentenza: “È stato un processo lungo e faticoso, ma dopo dieci anni il Tribunale ha escluso qualsiasi legame tra BetSolution4U – con brand BetPassion – e la criminalità organizzata. Nessuna infiltrazione, nessun metodo mafioso: la giustizia ha restituito dignità a Lagrotteria e all’intero gruppo di lavoro”.
La fine di un processo simbolo
L’operazione “Gambling”, condotta nel 2015 come una delle più vaste inchieste italiane sul gioco online gestito illecitamente, aveva azzerato un intero circuito di scommesse clandestine. Tuttavia, il processo che ne è seguito ha dimostrato che almeno una parte degli indagati agiva al di fuori di contesti criminali e senza utilizzare logiche mafiose. Una conclusione che impone una riflessione sul ruolo delle collaborazioni giudiziarie, sui tempi della giustizia e sul rispetto delle garanzie individuali anche nei procedimenti più complessi.