Sanità in crisi a Reggio Calabria, Cozzupoli contro lo stop alle chirurgie specialistiche
L’urologo denuncia la sospensione decisa da Regione e Asp: solo 18 posti letto per oltre mezzo milione di abitanti, mentre aumentano i casi di tumori urologici

Un duro appello è stato lanciato dall’urologo Pietro Cozzupoli, già direttore del Dipartimento chirurgico e delle specialità chirurgiche dell’Azienda ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria. Nel mirino la decisione del Dipartimento della Salute regionale e dell’Asp reggina, che lo scorso 4 agosto hanno sospeso con effetto immediato tutte le prestazioni di chirurgia specialistica non comprese nel codice di chirurgia generale. La misura, definita “arbitraria e inspiegabile” da Cozzupoli, rischia di compromettere in mo do grave l’assistenza ai pazienti affetti da patologie urologiche, ginecologiche e vascolari.
L’eredità di una crisi sanitaria
Cozzupoli ha ricordato come, già dagli anni ’80, le case di cura convenzionate con la Regione Calabria e con le altre regioni italiane abbiano erogato prestazioni di chirurgia urologica controllate, validate e regolarmente pagate dalle Asp. Una prassi consolidata che garantiva la presenza di specialisti nei reparti e rispondeva a una domanda sanitaria crescente. A suo giudizio, il piano di rientro e la successione dei commissari che negli anni hanno chiuso numerosi ospedali hanno determinato una crisi profonda nelle discipline chirurgiche, in particolare nell’urologia. I dati, sottolinea, parlano chiaro: nel 2022 sono stati registrati 85mila nuovi casi di tumori urologici in Italia, con un incremento del 12% rispetto al passato. Un contesto allarmante che stride con la ridotta disponibilità di posti letto nel territorio reggino.
Un’offerta sanitaria insufficiente
Secondo l’ex direttore, la provincia di Reggio Calabria può contare oggi soltanto su 18 posti letto ordinari e 2 di day hospital in urologia, concentrati nel Grande Ospedale Metropolitano, mentre quelli previsti per Polistena non sono mai stati attivati e a Locri le difficoltà organizzative non permettono di rispondere ai bisogni. Una situazione che appare insostenibile per una popolazione di oltre 510mila abitanti, priva di strutture accreditate nella disciplina. La decisione di sospendere le chirurgie specialistiche non solo aggrava le carenze, ma crea problemi immediati ai pazienti già in lista per interventi delicati, spesso oncologici. Per Cozzupoli, il provvedimento segna “un ulteriore e innegabile impoverimento dell’offerta sanitaria” e rappresenta l’ennesima dimostrazione di come la tutela della salute non sia stata posta al centro delle priorità istituzionali.