Torquato Ciriaco, l’avvocato che sfidò la mafia e pagò con la vita

L'omicidio dell'avvocato Torquato Ciriaco, avvenuto nel 2002 lungo una strada isolata tra Lamezia Terme e Maida, resta una delle vicende più inquietanti e simboliche del potere violento della criminalità organizzata in Calabria. Ciriaco, stimato professionista calabrese noto per il suo impegno nelle delicate questioni di appalti pubblici, venne ucciso in un agguato di straordinaria ferocia.

Il delitto

La sera del delitto, l'avvocato stava percorrendo la strada quando fu colto da un agguato pianificato con meticolosa freddezza. Gli assalitori esplosero diversi colpi di fucile, crivellando la vettura e ferendo gravemente il professionista. Non soddisfatti di aver raggiunto il loro obiettivo, gli assassini conclusero la macabra esecuzione infliggendo alla vittima un colpo finale alla nuca, un chiaro e brutale messaggio diretto sia alla famiglia sia al tessuto sociale locale. Le successive indagini portarono rapidamente a evidenziare la complessa rete criminale nella quale si era inserito il professionista con la sua attività. Le investigazioni puntarono immediatamente verso ambienti mafiosi profondamente infiltrati nel sistema degli appalti pubblici locali. La determinazione dell'avvocato Ciriaco nel difendere la trasparenza e contrastare gli interessi illeciti aveva evidentemente urtato la sensibilità e gli interessi economici della criminalità organizzata.

L'opinione pubblica

Il caso scosse profondamente l'opinione pubblica calabrese e nazionale, sottolineando quanto il controllo mafioso potesse arrivare a condizionare non solo il mondo imprenditoriale e politico, ma anche quello della giustizia e della legalità. Nonostante gli sforzi investigativi e l'indignazione diffusa, il caso di Torquato Ciriaco rimane emblematico di una Calabria che continua a lottare per affermare pienamente lo stato di diritto contro la brutalità delle mafie.