Sanità calabrese al collasso, Lo Schiavo: “Ultimi in Italia, serve un cambio di rotta radicale”
Il consigliere regionale denuncia l’immobilismo del governo regionale e lancia l’allarme

“La Calabria è ultima in Italia, con un indice di performance sanitaria del 23%, ben 32 punti sotto il Veneto”. A dirlo è il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto - Liberamente progressisti, commentando i dati del 13° Rapporto Crea Sanità dell’Università di Roma Tor Vergata. Secondo il documento, la situazione della sanità calabrese è drammatica sotto tutti i profili: appropriatezza, equità, risultati delle cure, esperienza del paziente, innovazione e sostenibilità economica.
Un sistema in crisi strutturale e senza miglioramenti
“Non si tratta più di un semplice ritardo – sottolinea Lo Schiavo – ma di un collasso strutturale che colpisce i territori più fragili e marginali. Il sistema non è in grado di garantire cure adeguate, l’assistenza domiciliare è tra le peggiori d’Italia e la soddisfazione media dei cittadini per i servizi offerti è appena 5,3 su 10”. Nel rapporto, la Calabria viene classificata tra le regioni “critiche” del Mezzogiorno, ma è l’unica che si conferma stabilmente in fondo alla classifica nazionale, senza segnali di miglioramento.
Commissariamento fallito e promesse tradite
Lo Schiavo punta il dito contro l’inerzia della politica regionale: “Dopo anni di commissariamento e proclami, il governo calabrese ha scelto la continuità con il disastro. Si rifugia dietro operazioni di facciata, mentre la sanità resta la vera grande emergenza della nostra regione. L’attenzione della magistratura, in queste settimane, ne è l’ulteriore conferma”.
Una nuova governance per rispondere all’emergenza
Secondo il consigliere regionale, “è ormai inderogabile attivare un nuovo modello di governance sanitaria basato su trasparenza, responsabilità e attenzione al territorio. Serve un piano straordinario di assunzioni e stabilizzazioni di personale sanitario, incentivi per far rientrare i professionisti emigrati, e investimenti mirati e controllati nella sanità di prossimità, con l’attuazione di Case e Ospedali di Comunità, telemedicina e assistenza domiciliare”.
“Se il governo regionale non è in grado, lasci il posto”
“La sanità non può più essere considerata un problema da rimandare. I calabresi hanno diritto agli stessi livelli di cura e dignità del resto del Paese. Se il governo regionale non è in grado di garantire tutto questo – conclude Lo Schiavo – se ne assuma la responsabilità politica e lasci spazio a chi ha davvero a cuore il futuro della Calabria e il diritto alla salute dei suoi cittadini”.