Persone in coda
Persone in coda

Dopo anni di commissariamenti, milioni di euro gestiti senza risultati tangibili e una sequela di annunci, la sanità calabrese versa ancora in condizioni drammatiche. L’arrivo di medici cubani – spesso poco preparati a relazionarsi con pazienti fragili o a gestire situazioni complesse – non ha prodotto miglioramenti significativi. Ad Acri, ad esempio, un paziente si è visto rassicurare al pronto soccorso nonostante un fastidioso ronzio all’orecchio: solo una visita privata ha risolto il problema, individuando e rimuovendo l’insetto ignorato dai sanitari.

Una riforma vera, non soluzioni d’emergenza

“Non servono rattoppi folkloristici, ma una riforma strutturale urgente”, denuncia Giorgio Durante, coordinatore calabrese del Movimento Difesa del Cittadino. Basta osservare le code all’alba davanti al CUP dell’Annunziata: decine di anziani attendono per ore, sperando di prenotare esami senza doverli pagare. Nel pronto soccorso, scene di caos e abbandono si ripetono, con famiglie costrette a rinunciare alle cure per mancanza di assistenza adeguata.

Un sistema al collasso, la battaglia continua

“Un anziano in fila prima dell’alba non è da paese civile”, ribadisce Durante. “È la prova di un sistema collassato e di istituzioni assenti”. La battaglia del Movimento Difesa del Cittadino continua, anche per migliorare l’accesso alle cure e ridurre le liste d’attesa, soprattutto per i malati oncologici. Intanto, cresce anche il cosiddetto “turismo sanitario”, con pazienti costretti a spostarsi fuori regione per curarsi: “E che turismo!”, commenta amaramente Durante. “Lo sfascio è evidente, ora servono soluzioni concrete”.