Reggio Calabria, decisione dell’ASP 5 sulla chirurgia specialistica: cresce la preoccupazione tra medici e cittadini
Stop alle prestazioni convenzionate in Urologia, Ginecologia e Chirurgia Vascolare: l’allarme del dottor Cozzupoli e il rischio di nuove fughe sanitarie.

Una decisione improvvisa del Dipartimento della Salute Regionale e dell’ASP 5 di Reggio Calabria ha scatenato allarme tra professionisti e pazienti. Le strutture private accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale non potranno più erogare prestazioni di chirurgia specialistica – in particolare nei settori di Urologia, Ginecologia e Chirurgia Vascolare – se non ricondotte genericamente al codice di chirurgia generale. Il provvedimento, comunicato in pieno periodo estivo, ha lasciato disorientati medici e pazienti, soprattutto quelli già inseriti nei percorsi di preospedalizzazione.
Le parole del dottor Pietro Cozzupoli
A segnalare la gravità della situazione è stato l’urologo Pietro Cozzupoli, che ha parlato di «decisione arbitraria e inspiegabile». Secondo il medico, il provvedimento dell’ASP 5 rischia di aumentare i disagi per i malati oncologici e per tutti i pazienti con patologie gravi, spingendoli verso le strutture di altre province o addirittura di altre regioni, alimentando così il fenomeno della mobilità sanitaria passiva. Cozzupoli ha evidenziato un dato emblematico: «Attualmente, i posti letto pubblici di urologia a Reggio Calabria sono appena 18 ordinari e 2 di day hospital presso il Grande Ospedale Metropolitano. Per una popolazione di oltre 510 mila abitanti, questa offerta è assolutamente insufficiente».
Un sistema sanitario fragile
Le case di cura accreditate hanno finora svolto un ruolo di sussidiarietà fondamentale, riuscendo a ridurre le liste d’attesa e a contenere la fuga sanitaria verso altre regioni. L’interruzione improvvisa delle prestazioni rischia però di far saltare questo equilibrio precario, minando ulteriormente la fiducia dei cittadini nel sistema sanitario locale.
L’appello alle istituzioni
Il dottor Cozzupoli ha rivolto un appello urgente a tutte le istituzioni competenti: dal Prefetto ai Commissari del Piano di Rientro, dalla Direzione Generale dell’ASP 5 all’Ordine dei Medici, fino al Sindaco della Città Metropolitana. L’obiettivo è riaprire immediatamente il confronto per rivedere il provvedimento e garantire la continuità delle cure.
I rischi per i cittadini
«Se non si troverà una soluzione tempestiva – avverte Cozzupoli – non sarà solo il disorientamento e l’ansia dei pazienti a crescere, ma anche il rischio concreto di un aumento della mortalità e della morbilità, con conseguenze irreversibili per chi attende cure urgenti».
Una sfida per la sanità calabrese
La vicenda riaccende il dibattito sul ruolo dell’ASP e sulla gestione dei servizi sanitari in Calabria, una regione già gravata da carenze strutturali e organizzative. La necessità di garantire un’adeguata offerta di prestazioni chirurgiche specialistiche appare oggi più che mai una priorità, in un contesto in cui i cittadini chiedono risposte concrete e tempi certi.