Estate: croce, delizia e sudore democratico
Tra fanatici del solleone e nostalgici delle felpe, la stagione più discussa dell’anno ci mette tutti d’accordo… nel lamentarci comunque

L’estate, si sa, è una questione di fede. Ci sono gli estivi praticanti, quelli che appena scatta il 21 giugno si trasformano in creature anfibie, metà umani metà lettino da spiaggia. Vivono a torso nudo anche in città, usano il cocco come profumo e considerano il sole un diritto costituzionale. Per loro l’inverno è un periodo buio da dimenticare, come il Festival di Sanremo degli anni ’90. Li riconosci da lontano, sono quelli che appena vedono una nuvola urlano “NO” .
Dall’altra parte ci sono gli invernisti militanti, quelli che in estate si muovono solo all’alba o dopo il tramonto, armati di spray anti-zanzare e odio verso ogni essere vivente che si abbronza. Per loro il caldo è un affronto personale, il mare è troppo salato, la sabbia troppo sabbiosa, e la gente troppo… lì. “D’estate si suda”, dicono scuotendo la testa, come se fosse un’imprevista crisi di sistema.
Lo psicodramma del condizionatore
Il punto di incontro tra le due fazioni, incredibilmente, esiste. Si chiama condizionatore, ed è l’unico oggetto capace di mettere d’accordo chi ama e chi odia l’estate. Quando funziona, è il Dio silenzioso della stagione. Quando si rompe, si scatena l’apocalisse: sudorazioni mistiche, notti insonni, gente che baratta il Wi-Fi per cinque minuti in un centro commerciale climatizzato.
Nel frattempo, sui social, l’estate divide come un referendum: c’è chi posta piedi in spiaggia e mojito, e chi replica con meme di pinguini e termosifoni accesi. Le guerre religiose non sono nulla in confronto alla battaglia tra #teamestate e #teamautunno.Alla fine, estate e inverno sono due facce della stessa medaglia: nessuno le sopporta sempre, tutti le rimpiangono a turno. E quando l’estate finisce, anche i più accaldati, quelli che si erano fusi al lettino, iniziano a sospirare: “Però… quanto era bella la sera a mare”. E gli altri, quelli col plaid e Netflix già pronti? Stanno già maledicendo il primo raffreddore. Morale della favola: non è mai la stagione il problema. È il lunedì e che “non siamo mai contenti” come dicono o dicevano i nostri nonni.