Dopo anni di stop, varianti e rallentamenti, il nuovo ospedale della Sibaritide continua a prendere forma a Corigliano Rossano. Attualmente i lavori sono vicini al 50 % di completamento, con pavimenti e facciate mostly installati e migliaia di metri quadrati ormai coperti. La struttura, progettata con 376 posti letto e reparti specialistici, rientra in una concessione di lungo termine tra Regione e Dal’Agostino Spa.

Ritardi, tensioni e ambiente di lavoro sotto pressione

Il cantiere è spesso segnato da tensioni: tra settembre 2023 e marzo 2024 una variante progettuale ha bloccato i cantieri per oltre un anno, provocando l’avvio di turni notturni per recuperare i tempi. Le organizzazioni sindacali hanno criticato non solo le scarse condizioni igienico‑sanitarie, ma anche contratti poco chiari e disparità di trattamento tra lavoratori locali e trasferisti. Le misure di sicurezza sono state oggetto di ispezioni interforze promosse per tutelare i lavoratori.

Infrastrutture critiche: l'accesso e i sottoservizi

Il nodo più urgente riguarda l’accessibilità. La nuova Statale 106, prevista come ingresso principale dell’ospedale, non sarà operativa per anni. Questo obbliga a potenziare e adeguare la viabilità esistente. Le autorità ribadiscono l’importanza di accelerare la messa in sicurezza e l’adeguamento del tracciato attuale.

Cronoprogramma e impegno istituzionale

Nonostante queste criticità, il cronoprogramma ufficiale prevede la consegna “chiavi in mano” entro ottobre 2026, con un trasferimento graduale di servizi a partire dall’estate 2026. A sostegno dei lavori sono stati sbloccati investimenti da oltre 23 milioni per sottoservizi, depurazione e collegamenti. La presidente della Commissione sanità regionale assicura che non ci saranno ritardi e che la governance regionale segue attentamente ogni fase del progetto.

Oltre la costruzione: la sanità post-apertura

La grande sfida seguirà all’attivazione: trasferire reparti, piazzare personale medico e avviare la gestione clinica. L’ospedale della Sibaritide sarà il primo dell’era post-Covid in Calabria, ma la sua efficacia dipenderà dalla capacità di garantire continuità nei servizi e copertura specialistica adeguata, in linea con i bisogni del territorio.