"Era noto a tutti che la Presidente della Calabria Jole Santelli fosse una grave malata oncologica. Umanamente ho sempre rispettato la defunta Jole Santelli, politicamente c’era un abisso. Se però ai calabresi questo è piaciuto, è la democrazia, ognuno dev’essere responsabile delle proprie scelte".

Con queste parole Nicola Morra, descriveva come la compianta presidente della Regione Calabria, dato il suo cagionevole stato di salute, non fosse in ottimali condizioni per portare a termine  il compito da lei ricoperto suscitando così il disappunto della classe politica, di parte della società e delle  stesse sorelle della governatrice che, a seguito delle asserzioni pronunciate, hanno presentato una querela nei confronti dell’ex senatore pentastellato.

I magistrati hanno prontamente aperto una indagine per diffamazione aggravata e dopo quasi un anno, la procura di Cosenza, si è orientata per l’archiviazione del caso ritenendo le parole di Morra una semplice critica politica.

La famiglia della senatrice si è opposta alla chiusura delle indagini e il Gip, a seguito della documentazione deposta il 18 novembre dall’avvocato dell’accusa, Sabrina Rondinelli, ha disposto per Morra l’imputazione coatta, il quale, se dovesse essere rinviato a giudizio, rischierebbe un processo senza immunità, non essendo più parlamentare.

Di Anna Runca