Sono stati confiscati dalla polizia nella capitale oltre tre milioni di euro a due persone ritenute vicine alle cosche di ’ndrangheta. Tra i beni confiscati, anche due zanne di avorio elefantino di elevato valore economico.  I due soggetti, un calabrese ed un romano, apparterrebbero ad un mandamento egemone nel territorio  di Gioia Tauro.


Il primo, esponente di una cosca calabrese di Oppido Mamertina e consuocero di un boss assassinato nel 2008, si era trasferito successivamente nella zona dei Castelli Romani, investendo notevoli capitali, derivanti da reati di bancarotta fraudolenta e intestazioni fittizie di beni in un complesso immobiliare adibito ad albergo-ristorante rilevato dal pregiudicato romano, usuraio, che fin dalla fine degli anni '70 è stato accostato a personaggi come il commercialista del cassiere di Cosa nostra, Pippo Calò, e ad altri appartenenti alla banda della Magliana e alla camorra.