san-gineto“Ogni bambino è speciale. Ognuno è diverso, ognuno è speciale, ognuno è bello e unico”, così recita una poesia, così era Gabriele, con i suoi 13 anni.
Era, perché nella giornata di ieri ha perso la vita mentre giocava a pallone, in quel campetto a Sangineto, teatro di tanti momenti insieme con i suoi amici, ospiti della Comunità Socio-Educativa “Lo Scoiattolo”, struttura socio-sanitaria dipendente dall’A.I.A.S Onlus di Cetraro.
Non erano ancora le 17.00 quando Gabriele, almeno dalle prime sommarie ricostruzioni, si sarebbe arrampicato sulla traversa della porta, la quale non ha retto il peso del suo corpo ed ha ceduto. Un colpo in testa l’avrebbe tramortito, lasciandolo privo di sensi. Immediata la reazione degli operatori della struttura, che hanno chiamato i soccorsi. Preoccupati, però, per le condizioni del ragazzo lo hanno caricato in auto nella speranza d’incrociare l’autoambulanza. Così è stato. Ma già dal primo soccorso, le sue condizioni sono apparse critiche, tanto d’allertare l’elisoccorso provinciale che purtroppo non è riuscito a raggiungere, a causa delle avverse condizioni climatiche, l’Ospedale Civile di Cetraro.
Qui, intorno alle 18.00, Gabriele ha giocato la sua ultima partita, la più importante quella della vita. In paese e nella vicina Cittadella del Capo, dove frequentava la Terza media dell’Istituto Comprensivo “Rizzo”, conoscevano tutti quel ragazzo dal corpo esile e dagli occhi castani, giunto dalla provincia di Reggio Calabria e che aveva trovato in quella casa famiglia, insieme alla mamma e agli altri fratelli, un rifugio a situazioni di disagio sociale e familiare.
Sul posto sono giunti anche i Carabinieri della Compagnia di Scalea, diretti dal capitano Alberto Pinto, che hanno avviato le indagini per definire le dinamiche di quella che sembra essere una tragica fatalità.