Svelate le cellule ‘ribelli’ dei tumori, quelle cellule particolarmente aggressive che sono capaci di eludere il sistema immunitario e resistere alle cure, come immunoterapia e chemioterapia: grazie a ‘bandierine’ fatte di Dna, che permettono di seguire le cellule nei loro spostamenti ed evoluzioni, in topi con cancro della mammella sono state infatti scoperte rare cellule più forti delle altre, che hanno un’abilità innata nel replicarsi e produrre metastasi.

Lo studio, guidato dall’Istituto australiano Garvan per la Ricerca Medica e pubblicato sulla rivista Nature Communications, indica come queste super-cellule possano diventare obiettivi per nuove terapie più mirate e possano essere anche uno strumento in fase di prognosi, per valutare quali pazienti risponderanno meno ai trattamenti.

L'immunoterapia, basata sull’idea di combattere i tumori come se fossero un'infezione, è un trattamento efficace per molti tumori. Tuttavia, in alcune persone le cellule cancerose si evolvono per resistere al trattamento e continuare a crescere.

“Sappiamo che il cancro al seno, in genere, non risponde bene all'immunoterapia”, dice Louise Baldwin, alla guida dello studio, “quindi ci siamo chiesti se esiste un meccanismo intrinseco che consente alle cellule del cancro al seno di sfuggire al sistema immunitario”.

I ricercatori hanno utilizzato cellule provenienti da tumori alla mammella di topi, etichettandole con particolari ‘codici a barre’ fatti di Dna per riconoscere quelle più aggressive. Gli autori dello studio hanno così scoperto che, anche prima di entrare in contatto con la cura, queste super-cellule avevano già acquisito la capacità di eludere il sistema immunitario: questo significa che si tratta di un’abilità innata.

Per fare ciò, le cellule ribelli seguono una doppia strategia: sopprimono le cellule killer del sistema immunitario, che normalmente le distruggerebbero, e tolgono dalla propria superficie quelle molecole che segnalano le cellule dannose da uccidere.