Stanchi e addolorati. Si potrebbe descrivere così l'identikit dei familiari di un paziente oncologico: figli, genitori, mogli, fratelli e mariti spesso annullati dalla malattia di un proprio caro per lottare fino in fondo, per una speranza.

Ma in Calabria, purtroppo, si è costretti a lottare anche per un posto letto. Come a Castrovillari, il cui reparto di oncologia, seppur dotato di spazi e di medici volenterosi, non c'è. E così i pazienti e le loro famiglie sono costrette a fare i viaggi, alcuni anche tutti i giorni, e pagare, in alcuni casi, ambulanze private o semplicemente fare benzina alla propria auto.

Il nosocomio di Castrovillari, fondamentale e strategico per tutto il territorio del Pollino e della Sibaritide, è così un vero punto di riferimento per i tanti cittadini del comprensorio che, per raggiungerlo, rischiano di fare anche un'ora di tragitto.

"Non serve solo un ambulatorio per la chemio - chiedono i cittadini del territorio - abbiamo bisogno di un reparto vero, che possa essere un approdo per i malati ma anche per le famiglie. I malati gravi, che hanno bisogno di essere trasportati, magari ogni giorno per le cure, devono così subire ulteriori sballottamenti e, di conseguenza, dolori fisici dovuti proprio al trasporto dalla propria abitazione, alla barella dell'ambulanza, fino all'ambulatorio per la terapia. Spesso, però, c'è chi rinunacia a questi percorsi proprio per via dell'iter tormentato, perdendo così tempo prezioso per la loro salvezza".

Per qualcuno, poi, occorrono anche trasfusioni che devono essere effettuare in pronto soccorso, intasando quindi un ulteriore reparto con già tante criticità. Per non parlare del fatto che, spesso, i posti limitati per la chemio costringono alcuni pazienti a tornare indietro e a rimandare il giorno della terapia.

"Ciò che manca - fanno sapere le famiglie dei malati - è la volontà di bandire concorsi per assumere altri medici e personale sanitario qualificato che possa accudire i tantissimi, purtroppo, ammalati del territorio. E' per questo che non è possibile lasciarli e lasciarci soli".

La parola d'ordine, quindi, è dignità, quella che pazienti e famigliari chiedono alla politica e al cuore di chi amministra la sanità, per poter fornire sollievo ad interi nuclei familiari devastati dal cancro e da tutte le sofferente, dirette e indirette, che comporta.