La corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna di don Edoardo Scordio, già parroco di Isola Capo Rizzuto, al quale in appello erano stati inflitti 8 anni ed 8 mesi di reclusione per associazione mafiosa (in primo il Tribunale di Crotone lo aveva condannato a 14 anni e 6 mesi).




Il prete venne arrestato nel maggio del 2017 nell'ambito dell'operazione Jonny con la quale la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro aveva portato alla luce le ingerenze della cosca Arena nella gestione del centro di accoglienza per migranti di Isola Capo Rizzuto, all'epoca dei fatti gestito dalla Misericordia di cui il prete era uno dei dirigenti.



La sentenza della Cassazione riguardante don Scordio ha annullato senza rinvio il reato di malversazione, cioè la distrazione di fondi statali a favore della cosca, che era già caduto in appello e ha disposto un nuovo processo davanti alla corte di appello di Catanzaro per l'associazione mafiosa.


Il parroco è ritenuto partecipante della cosca Arena come organizzatore e promotore dell'accordo per distrarre i fondi provenienti dalla gestione del centro di accoglienza a favore del clan.



Don Scordio, di 76 anni, dal 2017 era stato posto ai domiciliari in un convento dei rosminiani.


"È una decisione, quella della suprema corte di Cassazione che non mi lascia affatto sorpreso - ha detto l'avvocato Tiziano Saporito -.



Sono state così tante le prevaricazioni del pregiudizio rispetto alla prova e rispetto ai fatti che la suprema corte non poteva non accogliere i ricorsi proposti".