Referendum 8-9 giugno, la Cgil Calabria chiama al voto: “Difendiamo il lavoro, difendiamo la democrazia”
Il segretario Luigi Veraldi lancia un appello forte alla partecipazione popolare: “In gioco c’è l’idea stessa di un Paese giusto. Il voto è uno strumento di dignità e cambiamento”

L’8 e il 9 giugno gli italiani saranno chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendari. Ma per la Cgil Calabria, non si tratta solo di tecnicismi giuridici: si tratta di scegliere che tipo di società vogliamo costruire. “Si vota per un’idea di Paese, di dignità, di futuro per milioni di lavoratrici e lavoratori”, ha dichiarato Luigi Veraldi, segretario della Cgil calabrese, lanciando un appello accorato alla partecipazione al voto.
Lavoro e diritti al centro della campagna
La campagna referendaria promossa dalla Cgil e sostenuta da centinaia di migliaia di cittadini punta a restituire tutele che negli ultimi anni sono state erose da riforme sbagliate. “Vogliamo superare il Jobs Act – spiega Veraldi – che ha ridotto le protezioni contro i licenziamenti illegittimi. Vogliamo reinserire la responsabilità solidale negli appalti, così che nessun lavoratore resti solo nei meccanismi delle esternalizzazioni. Vogliamo più salute e sicurezza sul lavoro, in un Paese dove si continua a morire di lavoro ogni giorno, e in Calabria ancora di più”.
L’obiettivo, insomma, è chiaro: ripristinare giustizia e dignità nel mondo del lavoro, ponendo un freno alla precarietà e alle discriminazioni.
Il quinto quesito: cittadinanza dopo cinque anni
Tra i temi proposti dal referendum ce n’è uno che, pur non riguardando direttamente il lavoro, tocca i diritti civili: la riduzione da dieci a cinque anni del periodo di residenza necessario per richiedere la cittadinanza italiana. “Non si parla di ius soli o ius scholae – precisa Veraldi – ma solo di abbreviare i tempi per chi vive e lavora in Italia, spesso da anni, contribuendo alla nostra economia e società”.
Il sindacalista ricorda che dietro ogni quesito ci sono volti e storie, spesso legate a quella Calabria fatta di sacrifici quotidiani, emigrazione, insicurezze e lavoro sottopagato.
Una chiamata alla responsabilità collettiva
Veraldi conclude con un appello che va oltre la politica: “Partecipare al referendum non è solo un diritto, è un dovere civile. È l’occasione per dire che la democrazia si esercita anche fuori dai palazzi, nelle scelte delle persone. Chiediamo una Calabria che alzi la testa, che non si rassegni, che faccia sentire la propria voce. Il voto è lo strumento più potente che abbiamo per cambiare le cose. L’8 e il 9 giugno, facciamolo insieme”.
L’appello è rivolto a tutti: giovani, pensionati, precari, lavoratori. Perché la posta in gioco è alta: dignità, sicurezza, giustizia. E, soprattutto, futuro.