La faida di Lamezia Terme: una guerra tra clan per il controllo della città
Una decennale guerra di ‘ndrangheta tra le cosche Torcasio‑Cerra‑Gualtieri e Iannazzo‑Giampà, che dal 2000 al 2011 trasformò Lamezia in teatro di sangue, potere e tensioni criminali

La faida di Lamezia Terme cominciò all’inizio degli anni 2000, quando una scissione interna distrusse i vecchi equilibri tra il gruppo Torcasio‑Cerra‑Gualtieri — fino ad allora dominante — e l’alleanza degli Iannazzo‑Giampà‑Cannizzaro‑Daponte, un tempo loro sodale. Da quel momento, Lamezia divenne terreno di scontri per il controllo delle attività illecite della città, tra cui droga, estorsioni e appalti pubblici.
Tre ondate di guerra: omicidi, agguati e bombe
Tra il 2000 e il 2011 si susseguirono almeno tre fasi della faida. Nei primi anni, tra il 2000 e il 2002, si registrarono 16 agguati e circa 15 omicidi. Nella fase centrale, tra scontri sanguinosi e vendette, vennero eliminati protagonisti chiave dei clan. La guerra proseguì fino al 2011, con interruzioni e riprese che mantennero alta la tensione criminale.
Il crollo politico: scioglimenti del consiglio comunale
I livelli di infiltrazione mafiosa e il clima violento spinsero lo Stato a sciogliere il consiglio comunale di Lamezia Terme due volte: nel 1991 e di nuovo nel 2002. In entrambi i casi, fu accertata la presenza di consiglieri riconducibili ai clan locali e l’influenza diretta delle cosche nelle decisioni amministrative.
Operazioni giudiziarie e cadute eccellenti
Negli anni successivi, importanti operazioni come Minerva, Perseo, Andromeda e Quinta Bolgia colpirono i protagonisti della faida. Arresti e sequestri colpirono esponenti dei clan Iannazzo‑Giampà e Torcasio‑Cerra‑Gualtieri, insieme a figure politiche, imprenditori e funzionari. Sequestri patrimoniali per centinaia di milioni documentarono la portata economica dei clan.
Vittoria e frammentazione: i clan vincenti emergono
La cosca Iannazzo‑Giampà, grazie anche a mediazioni esterne e a nuove alleanze criminali, risultò vincente nella faida. Il gruppo Torcasio‑Cerra‑Gualtieri, inizialmente dominante, fu via via indebolito e perso la leadership cittadina. Nonostante ciò, mantenne una capacità operativa sotterranea e un peso economico significativo anche dopo la fine del conflitto armato.
Il post-faida: resilienza e potere silenzioso
Anche dopo le faide armate, i clan rimasero radicati nel tessuto della città. Le cosche continuarono a esercitare pressione economica su imprese locali, con operazioni di sequestro di beni immobili e attività imprenditoriali per decine di milioni. Alcuni processi e le sentenze della Cassazione nel 2025 hanno riaperto filoni giudiziari ancora pendenti.
Un’eredità che perdura
La faida di Lamezia Terme non fu solo una guerra armata: fu un collasso degli equilibri criminali, politici ed economici della città. Anche oggi, le dinamiche scaturite da quel conflitto informano le alleanze e le rivalità tra le cosche. La città resta un territorio sensibile per la presenza di clan in grado di operare in modo silenzioso, ma non meno influente.