Le curve milanesi, storicamente note per il loro peso nella tifoseria organizzata, sono finite al centro di un’inchiesta che ha svelato una fitta rete criminale. Nel processo abbreviato scaturito dal maxi blitz “Doppia Curva” dello scorso settembre, la giudice Rossana Mongiardo del Tribunale di Milano ha inflitto due condanne simbolo: dieci anni di carcere ad Andrea Beretta, ex leader della Curva Nord interista e collaboratore di giustizia, e dieci anni a Luca Lucci, capo indiscusso della Curva Sud rossonera. Le accuse vanno dall'omicidio e tentato omicidio fino all’associazione per delinquere con aggravante mafiosa.

Omicidio Bellocco e ‘ndrangheta: il caso Beretta

Per Andrea Beretta, la sentenza riguarda l’omicidio di Antonio Bellocco, rampollo dell’omonimo clan di 'ndrangheta e figura centrale della Curva Nord. Il delitto, avvenuto nell’ambito di un regolamento interno tra ultrà e legato a tensioni con il mondo criminale calabrese, è stato uno dei nodi dell’inchiesta della Dda di Milano. Beretta, divenuto collaboratore di giustizia, ha riempito pagine di verbali, contribuendo a chiarire anche il cold case dell’omicidio nel 2022 di Vittorio Boiocchi, storico capo ultrà interista. Nonostante la Procura avesse chiesto per lui nove anni, la giudice ha inflitto una pena superiore, sottolineando la gravità delle condotte.

Il caso Lucci e la vendetta fallita contro Anghinelli

Dall’altra parte dello stadio, la Curva Sud non è rimasta immune. Luca Lucci, volto noto della tifoseria milanista già coinvolto in episodi di violenza, è stato condannato per essere il mandante del tentato omicidio di Enzo Anghinelli, anch’egli ultrà milanista. Alla base, una vendetta legata a contrasti interni. L’indagine ha ricostruito un vero e proprio sistema parallelo di potere all’interno delle curve, in cui decisioni, scontri e affari venivano gestiti con logiche da criminalità organizzata.

Il processo ha coinvolto 16 imputati, tra capi e sodali delle due curve, con imputazioni pesanti che gettano un’ombra inquietante sulla sovrapposizione tra passione calcistica e devianza criminale. Fuori dall’aula bunker di San Vittore, nel frattempo, un gruppo di sostenitori della Curva Sud ha manifestato solidarietà a Lucci, confermando quanto il legame tra ultrà e territorio sia ancora profondo.

 

Altre condanne e risarcimenti nel processo “Doppia curva”


Oltre ai dieci anni inflitti a Beretta e Lucci, la giudice per l’udienza preliminare di Milano, Rossana Mongiardo, ha emesso condanne anche per altri 14 imputati coinvolti nel maxi procedimento sulle curve ultrà. Tra questi, spicca la pena – sempre di dieci anni – inflitta a Daniele Cataldo, vice di Lucci nella Curva Sud e indicato come l’esecutore materiale del tentato omicidio dell’ultrà milanista Enzo Anghinelli, avvenuto nel 2019. Otto anni, invece, la pena inflitta a Marco Ferdico, uno dei volti di spicco del direttivo della Curva Nord, arrestato nel corso del blitz dello scorso settembre. La giudice ha accolto quasi integralmente le accuse formulate dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, comprese le due associazioni per delinquere – una delle quali con aggravante mafiosa – contestate agli imputati. Non è stata invece riconosciuta una sola delle imputazioni per estorsione. Ai familiari di Antonio Bellocco, ucciso da Beretta e ritenuto vicino alla 'ndrangheta oltre che figura di rilievo nella Curva Nord, è stata riconosciuta una provvisionale da 520mila euro a titolo di risarcimento.