Roberto Occhiuto

È di cinque persone il totale degli indagati nell’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro che coinvolge direttamente il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Lo scorso venerdì, la Guardia di Finanza ha notificato al governatore un avviso di garanzia con l’ipotesi di reato per corruzione. Si tratta della prima volta che Occhiuto si trova formalmente sotto indagine nell’ambito della sua carriera politica.

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Secondo quanto emerso, l’inchiesta ha preso avvio da una serie di articoli pubblicati sul quotidiano Il Domani, a firma della giornalista Enrica Riera. Nei pezzi si mettevano in luce presunti rapporti d’affari tra Occhiuto e un suo collaboratore di fiducia, insinuando la possibilità di favoritismi e movimenti economici poco trasparenti all’interno della macchina amministrativa regionale. Proprio sulla base di queste rivelazioni giornalistiche, gli investigatori della Guardia di Finanza – sotto il coordinamento della Procura – hanno avviato una serie di accertamenti che hanno condotto all’iscrizione nel registro degli indagati non solo del presidente, ma anche di un suo collaboratore stretto e di altre tre persone legate a funzioni pubbliche e interessi economici regionali.

L'inchiesta e gli altri nomi

Tra gli altri nomi coinvolti compare anche quello di Paolo Posteraro, collaboratore storico di Occhiuto, attualmente a capo della segreteria della sottosegretaria Matilde Siracusano. Le verifiche si sono poi estese a Ernesto Ferraro, dirigente delle Ferrovie della Calabria, in una rete di rapporti che ora gli inquirenti vogliono chiarire per accertare la natura delle relazioni tra pubblico e privato. La reazione di Occhiuto è arrivata tempestiva e decisa. In una dichiarazione pubblica, ha definito l'avviso di garanzia come “un colpo infamante”, paragonabile, per gravità, a un’accusa di omicidio. Ha però precisato di essere sereno e disponibile a fornire ogni elemento utile alla magistratura, dichiarandosi estraneo ai fatti e pronto a difendere la propria integrità anche “al buio”. Sul fronte politico, non sono mancate parole di solidarietà. Esponenti del centrodestra come Antonio Tajani e Maurizio Gasparri hanno espresso fiducia nella correttezza di Occhiuto, definendolo “una persona perbene” e sottolineando come l’avviso di garanzia non debba essere considerato una condanna, ma solo l’inizio di una fase istruttoria.

L’inchiesta, ancora alle prime fasi, si concentrerà ora sull’analisi di documenti, flussi finanziari e nomine interne per comprendere se vi siano stati comportamenti penalmente rilevanti. Il caso nasce dunque da un lavoro giornalistico di approfondimento, pubblicato nei mesi scorsi da Il Domani, che puoi leggere qui: L’inchiesta di Enrica Riera su Roberto Occhiuto – Il Domani. Nei prossimi mesi sarà compito della magistratura fare chiarezza sull'intera vicenda. Intanto, la politica calabrese si trova nuovamente scossa da una vicenda giudiziaria che rischia di avere ricadute anche sul piano istituzionale.