In un’Italia che ha visto esplodere l’uso del Superbonus edilizio, la Calabria si conferma una delle regioni meno coinvolte nel programma. Secondo i dati aggiornati al 31 marzo 2025, solo il 2,6% degli edifici calabresi ha beneficiato dell’agevolazione fiscale, uno dei tassi più bassi a livello nazionale. Peggio hanno fatto solo la Sicilia (2,2%) e la Puglia (2,9%).

Spesa pubblica in crescita, ma il Sud resta ai margini

Nonostante la percentuale dell’incentivo sia scesa al 65% nel 2025, nei primi tre mesi dell’anno lo Stato ha sostenuto altri 1,8 miliardi di euro di oneri, portando il totale del beneficio fiscale a 126 miliardi di euro. Eppure, i dati rivelano che a fronte di una spesa colossale, solo il 4,1% degli edifici italiani ha usufruito effettivamente del Superbonus. Le regioni che ne hanno approfittato di più sono Veneto (5,7%), Emilia-Romagna (5,5%) e Lombardia (5,3%), mentre la Calabria è tra quelle rimaste sostanzialmente ai margini.

Oneri medi per edificio: la Calabria non è tra le più care

Dal punto di vista economico, l’onere medio per edificio a livello nazionale è stato di 252.147 euro. Le cifre più elevate si sono registrate in Valle d’Aosta (402.014 euro) e Liguria (306.240 euro). La Calabria, pur non rientrando tra le regioni con i valori più alti, ha comunque contribuito alla dinamica dei prezzi, che hanno subito forti rincari proprio a causa del Superbonus.

Crescita economica, ma anche distorsioni

L’Istat ha stimato che tra il 2021 e il 2022 il Superbonus abbia contribuito alla crescita del PIL tra l’1,4% e il 2,6%, in un periodo in cui l’economia italiana ha segnato un recupero complessivo del 13,7%. Tuttavia, gli effetti collaterali non sono mancati. Tra la fine del 2020 e il 2023, i costi di costruzione sono saliti del 20%, metà dei quali attribuibili direttamente al boom di interventi legati al 110%.

Boom di imprese “improvvisate” e cantieri pubblici rallentati

Il Superbonus ha inoltre favorito la nascita di numerose micro-attività nel settore edile, spesso guidate da persone senza un adeguato background, alcune delle quali – secondo le segnalazioni – hanno operato in fretta e male, con risultati visibili e problematici. Nel corso del 2024, l’aumento dei costi dei materiali ha inciso anche sugli appalti pubblici, causando ritardi o sospensioni nei cantieri per mancanza di fondi adeguati.

I dati regionali: il Sud non decolla

Nel primo trimestre 2025, le uscite maggiori per lo Stato si sono registrate in Campania (+301,6 milioni di euro, +3,4%), Marche (+87,6 milioni, +2,5%) e Molise (+19,3 milioni, +2,5%). Al contrario, regioni come la Calabria hanno registrato un aumento molto più contenuto degli interventi. In termini numerici assoluti, gli interventi col Superbonus sono stati 499.700 su scala nazionale: un numero elevato, ma che mostra una distribuzione disomogenea, con il Mezzogiorno ancora marginale.