Gratteri contro Nordio: “Lo Stato guadagna con le intercettazioni, non torniamo ai pedinamenti”
Al festival Trame il procuratore di Napoli critica la visione del governo sulla giustizia, denuncia il calo di motivazione tra le forze dell’ordine e attacca la mediocrità della classe dirigente

«Quando il ministro Nordio dice che bisogna tornare ai pedinamenti perché si esagera con le intercettazioni, mi viene da ridere. Oppure quando, tre mesi prima di diventare ministro, sosteneva che le intercettazioni costano troppo». Con queste parole, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri ha criticato l’approccio del governo al tema delle intercettazioni, durante la presentazione del libro Una cosa sola. Come le mafie si sono integrate al potere, al festival Trame. Gratteri ha sottolineato che, contrariamente a quanto si pensa, le intercettazioni rappresentano un investimento efficace: «Bisogna dire che con le intercettazioni lo Stato ci guadagna. La Procura di Napoli, che è quella che ne fa più uso, spende 5 milioni di euro all’anno».
Forze dell’ordine e cambiamento generazionale
Il magistrato ha poi riflettuto sul cambiamento culturale e professionale che ha investito le forze dell’ordine e la magistratura nell’ultimo decennio. «Negli ultimi dieci anni – ha detto – le forze dell’ordine e la magistratura hanno dimostrato un livello di preparazione superiore rispetto al passato. Ciò che sembra mancare oggi è l’attaccamento al lavoro e la disponibilità al sacrificio». Secondo Gratteri, rispetto al passato si è perso lo slancio e la determinazione: «Un tempo i giovani ambivano con forza a entrare nelle squadre mobili, si facevano raccomandare, volevano esserci. Oggi questo entusiasmo sembra essersi spento».
Una classe dirigente senza visione
Gratteri ha infine rivolto una critica più ampia alla politica italiana, mettendo in evidenza la mancanza di competenza e visione tra coloro che hanno ricoperto ruoli di governo negli ultimi anni. «Chi ha governato il Paese lo ha fatto senza una visione d’insieme. Troppo spesso in Italia si trovano persone a ricoprire incarichi senza sapere neppure perché siano lì. È una mediocrità diffusa – ha concluso – che sorprende persino chi quei ruoli li ricopre».