La mattina del 27 maggio 2024, un tentativo di furto in abitazione a Rosario Valanidi, frazione di Reggio Calabria, è sfociato in un drammatico epilogo. Un gruppo di malviventi catanesi si è introdotto all’interno di un’abitazione privata con l’intento di svaligiarla, ma è stato sorpreso dal proprietario. L’uomo, nel tentativo di difendersi, ha colpito con un’arma da taglio i ladri, uccidendone uno e ferendone gravemente un altro. Gli altri componenti del gruppo sono riusciti a fuggire, ma le indagini non si sono fermate.

L’arresto dei fuggitivi

A distanza di alcune settimane, gli uomini della Squadra Mobile di Reggio Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di due soggetti, ritenuti responsabili, in concorso con altri, del furto aggravato. Le indagini hanno rivelato che i due, quel giorno, erano riusciti a dileguarsi con l’aiuto di un complice che li aveva caricati a bordo di un’auto, poi intercettata nei pressi degli imbarcaderi di Villa San Giovanni.

Le tracce del delitto

Uno dei ladri, colpito mortalmente durante la colluttazione, era stato abbandonato davanti all’ingresso dell’ospedale Morelli di Reggio Calabria, dove è stato ritrovato cadavere. Il secondo, gravemente ferito, è stato invece rintracciato al policlinico di Messina, dove si trovava in condizioni critiche e sottoposto ad accertamenti medici. Le attività investigative condotte dalla Squadra Mobile, attraverso un attento lavoro di comparazione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza e l’analisi delle impronte digitali rilevate sull’autovettura usata per la fuga, hanno permesso di identificare anche un quarto complice.

Una rete criminale smascherata

Il lavoro investigativo, condotto sotto il costante coordinamento del Procuratore di Reggio Calabria, ha consentito di ricostruire con precisione l’intera dinamica del tentato furto e della fuga successiva. Gli elementi raccolti hanno evidenziato non solo il concorso in furto aggravato dei soggetti, ma anche la loro pericolosità e la probabilità di reiterazione del reato.

Alla luce di questi riscontri, la Procura ha richiesto l’emissione di misure cautelari nei confronti dei responsabili. Le ordinanze sono state eseguite con il supporto degli uomini della Squadra Mobile di Catania, chiudendo così un capitolo particolarmente cruento e complesso dell’attività criminale nella provincia di Reggio Calabria.