Autovelox a rischio stop sulle strade delle vacanze: serve una nuova regolamentazione
Assoutenti avverte: senza norme chiare sull’omologazione, migliaia di dispositivi potrebbero essere disattivati già da giugno

Dalle Dolomiti al Salento, quest’estate centinaia di strade a forte percorrenza potrebbero rimanere senza autovelox. A lanciare l’allarme è Assoutenti, che sottolinea l’urgenza di una regolamentazione chiara sull’omologazione di questi dispositivi. In molte aree turistiche, gli autovelox rappresentano un presidio costante, capace di elevare ogni anno milioni di euro in multe. Ma in assenza di norme certe e aggiornate, la loro legittimità rischia di crollare, con conseguenze significative tanto per la sicurezza stradale quanto per le entrate dei Comuni.
Il nodo legale: multe nulle senza omologazione
Il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, ricorda che i dispositivi non omologati potrebbero presto dover essere disattivati. Il motivo è una recente sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato la circolare del Ministero dei Trasporti, la quale equiparava l’omologazione alla semplice approvazione tecnica. La Cassazione ha ribadito che, in mancanza di omologazione, le multe sono da considerarsi nulle. “In queste condizioni – spiega Melluso – i Comuni si espongono a una valanga di ricorsi, con il rischio concreto di dover restituire quanto incassato e di non poter più fare affidamento sugli introiti derivanti dalle sanzioni”.
Dal 12 giugno nuove regole per l’installazione degli autovelox
A partire dal 12 giugno entreranno in vigore definitivamente le nuove norme varate dal Mit lo scorso anno. Le amministrazioni locali dovranno rispettare vincoli più stringenti: non sarà più possibile posizionare autovelox indiscriminatamente, ma solo dopo aver ottenuto il via libera dai Prefetti e nel rispetto di distanze minime tra le postazioni. A vigilare sull’intero sistema sarà il nuovo Osservatorio sulle multe stradali, già insediato, che avrà il compito di monitorare come i Comuni utilizzano i proventi delle contravvenzioni. “Quei fondi – conclude Melluso – devono servire a migliorare la sicurezza e le infrastrutture stradali, non a colmare i buchi di bilancio delle amministrazioni”.