La 'ndrangheta in Piemonte: un'infiltrazione silenziosa ma profonda
Dalle radici storiche alle recenti inchieste, la criminalità organizzata calabrese ha consolidato la sua presenza nel tessuto economico e politico piemontese,

La 'ndrangheta ha saputo radicarsi profondamente in Piemonte, sfruttando le opportunità offerte dall'economia legale e le connivenze politiche e imprenditoriali. Le recenti inchieste hanno acceso i riflettori su un fenomeno che, per troppo tempo, è stato sottovalutato. La consapevolezza e l'azione congiunta delle istituzioni e della società civile sono essenziali per arginare l'infiltrazione mafiosa e ristabilire la legalità nel territorio.
Un radicamento storico e strategico
La presenza della 'ndrangheta in Piemonte risale agli anni '60, favorita dalla legge sul soggiorno obbligato che trasferì numerosi mafiosi dalle regioni meridionali al Nord Italia. Uno dei primi a stabilirsi fu Rocco Lo Presti, che nel 1963 si insediò a Bardonecchia, avviando attività edilizie e ottenendo appalti pubblici, segnando l'inizio di un'infiltrazione che si sarebbe estesa nel tempo.
Oggi, la 'ndrangheta è considerata la forma di criminalità più radicata in Piemonte, con una presenza capillare in tutte le province. Secondo la Direzione Investigativa Antimafia (Dia), l'organizzazione ha abbandonato le modalità violente tradizionali, adottando strategie di infiltrazione silenziosa e azioni corruttive, soprattutto nel settore degli appalti pubblici e dell'economia legale.
Le inchieste che hanno svelato la rete criminale
Numerose operazioni giudiziarie hanno messo in luce l'estensione e la pericolosità della 'ndrangheta in Piemonte. L'operazione "Minotauro" del 2011 ha portato all'arresto di 151 persone, rivelando l'esistenza di nove "locali" (cellule operative) dell'organizzazione nella regione e i legami con esponenti politici e imprenditoriali.
Più recentemente, l'inchiesta "Echidna" ha svelato un sistema di infiltrazioni mafiose negli appalti per la manutenzione di strade e autostrade, in particolare sulla tratta Torino-Bardonecchia. Tra gli imputati figurano imprenditori, esponenti politici e membri delle cosche calabresi, accusati di aver creato un sistema di favori e collusioni per ottenere lavori pubblici in maniera illecita.
Le strategie di infiltrazione e il ruolo delle istituzioni
La 'ndrangheta in Piemonte ha dimostrato una notevole capacità di adattamento, infiltrandosi nel tessuto economico e sociale attraverso attività imprenditoriali apparentemente lecite. Secondo la Dia, l'organizzazione investe capitali illeciti in settori come il riciclaggio, gli appalti, i giochi e le scommesse, sfruttando competenze tecniche e creando un'economia chiusa che esclude la concorrenza.
Le istituzioni hanno risposto con l'adozione di misure interdittive e sequestri di beni, ma la lotta alla 'ndrangheta richiede un impegno costante e coordinato. Come sottolineato dal procuratore generale di Torino, Lucia Musti, è fondamentale riconoscere la presenza della criminalità organizzata nel territorio per poterla contrastare efficacemente.