L'Inferno dell'Aspromonte: la stagione dei sequestri di persona in Calabria
Tra gli anni '70 e '90, la 'ndrangheta ha orchestrato centinaia di rapimenti, trasformando l'Aspromonte in una prigione a cielo aperto e accumulando enormi profitti illeciti

Tra gli anni '60 e i primi anni '90, la Calabria è stata teatro di una vera e propria industria del sequestro di persona. La 'ndrangheta, in particolare le 'ndrine dell'area jonica della provincia di Reggio Calabria, ha utilizzato i rapimenti a scopo di estorsione come principale fonte di finanziamento. Le vittime, spesso imprenditori, professionisti e persino bambini, venivano rapite in tutta Italia e nascoste nelle impervie montagne dell'Aspromonte. Il fenomeno, noto come "Anonima sequestri", ha visto oltre 694 sequestri in Italia, con più della metà attribuiti alla 'ndrangheta.
Il caso Getty: un sequestro simbolo
Uno dei rapimenti più noti fu quello di John Paul Getty III, nipote del magnate petrolifero americano, avvenuto a Roma nel 1973. Il giovane fu tenuto prigioniero per 158 giorni in Aspromonte; i rapitori tagliarono un orecchio del ragazzo per sollecitare il pagamento del riscatto, che ammontò a 1 miliardo e 700 milioni di lire. I proventi del riscatto furono reinvestiti in attività edilizie, tanto che a Bovalino esiste un quartiere soprannominato "Paul Getty".
Cesare Casella: 743 giorni di prigionia
Nel 1988, Cesare Casella, un giovane di Pavia, fu rapito e tenuto prigioniero per 743 giorni, diventando uno dei sequestri più lunghi nella storia italiana. Nonostante il pagamento di un riscatto di un miliardo di lire, la sua liberazione avvenne solo nel 1990. La madre di Cesare, Angiolina Montagna, soprannominata "Mamma Coraggio", si recò in Calabria per chiedere la liberazione del figlio, attirando l'attenzione dei media nazionali.
Mariangela Passiatore: una vacanza tragica
Nel 1977, Mariangela Passiatore, 44 anni, fu rapita mentre era in vacanza in Calabria con la famiglia. Il suo corpo fu ritrovato solo dopo quasi 50 anni, e recentemente è stato indagato Michele Grillo, sospettato di essere coinvolto nel sequestro e nell'omicidio della donna.
La fine di un'era criminale
Il fenomeno dei sequestri di persona in Calabria iniziò a declinare alla fine degli anni '80, grazie a una maggiore pressione delle forze dell'ordine e a cambiamenti interni alla 'ndrangheta. Nel 1978, un incontro tra i boss Paolo De Stefano e Saverio Mammoliti segnò una svolta: si decise di limitare i sequestri per evitare l'attenzione delle autorità . Tuttavia, alcuni rapimenti continuarono fino agli anni '90, come quello di Carlo Celadon, tenuto prigioniero per 831 giorni.