La 'ndrangheta ha consolidato una presenza capillare negli appalti pubblici in Calabria, estendendo la sua influenza a settori strategici come edilizia, sanità, infrastrutture e servizi ambientali. Le cosche, come quelle attive nel reggino e nel crotonese, hanno instaurato rapporti stabili con imprenditori locali, creando un sistema in cui la protezione mafiosa e l’assegnazione degli appalti si sostengono a vicenda. In molte gare pubbliche, le imprese collegate alle organizzazioni criminali vengono favorite a scapito di realtà imprenditoriali sane e competitive. Questo schema alimenta l’economia illegale, altera la libera concorrenza e blocca lo sviluppo trasparente del territorio.

Indagini e operazioni confermano la portata del fenomeno

Numerose inchieste condotte negli ultimi anni hanno messo in luce il controllo esercitato dalla criminalità organizzata su importanti commesse pubbliche. In alcune operazioni sono emersi cartelli imprenditoriali che, attraverso accordi illeciti e intimidazioni, pilotavano sistematicamente le gare d'appalto. Altre indagini hanno rivelato l’uso di prestanome, l’intestazione fittizia di aziende e la connivenza con funzionari pubblici, che permettevano alle cosche di penetrare anche in settori delicati come la sanità e i servizi urbani. Appare evidente come, dietro la facciata della legalità, operasse una rete parallela con regole e dinamiche imposte dal crimine organizzato.

Le conseguenze per la collettività

Le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici comportano danni enormi per la società. Oltre allo spreco e al drenaggio delle risorse pubbliche, il fenomeno produce opere spesso incomplete o di scarsa qualità, moltiplica la precarietà lavorativa e rafforza il clientelismo. Le cosche, infatti, sfruttano i cantieri pubblici come leva di potere sociale, imponendo manodopera, estorcendo denaro, condizionando assunzioni e controllando la gestione economica delle imprese. In questo contesto, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni si deteriora, mentre le imprese sane sono disincentivate a investire in un mercato inquinato da logiche criminali.

 

Contrastare le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici richiede un’azione strutturata, continua e coordinata. Oltre al lavoro fondamentale delle forze dell’ordine e della magistratura, è indispensabile rafforzare gli strumenti di prevenzione e controllo a tutti i livelli: semplificare e rendere trasparenti le gare, potenziare le white list, investire nella digitalizzazione e tracciabilità dei flussi economici, coinvolgere la società civile. Solo attraverso un’alleanza tra istituzioni, imprese oneste e cittadini sarà possibile liberare la Calabria da un sistema che soffoca la crescita e alimenta l’illegalità. Il vero cambiamento passa per la legalità, la trasparenza e il coraggio di dire no a ogni forma di compromesso.