Parco acquatico
Parco acquatico

La Procura di Cosenza ha aperto un fascicolo d’indagine sulla morte di Simona Vanessa Szilagyi, la bambina di otto anni annegata lo scorso lunedì all’interno del Parco Acquatico Santa Chiara di Rende. Sono tre le persone iscritte nel registro degli indagati: si tratta di Maria Candelaria De Rose, legale rappresentante della società Marconi Village srl, del suo compagno Antonio Fusinato e della bagnina ventenne in servizio al momento dell’incidente, risultata in possesso di regolare abilitazione. A difendere i primi due sono gli avvocati Giuseppe De Marco e Francesco Turco, mentre la bagnina è assistita dal legale Ugo Le Donne. L’autopsia, affidata al medico legale Berardo Cavalcanti, sarà eseguita nel pomeriggio e risulterà decisiva per chiarire le dinamiche che hanno portato alla morte della bambina. La struttura è stata nel frattempo posta sotto sequestro.

Sicurezza sotto accusa: emergono gravi lacune

Oltre alla ricostruzione dei fatti, la magistratura sta approfondendo gli aspetti legati alla gestione dell’emergenza e al rispetto delle misure di sicurezza previste per legge. Il racconto del fratello della vittima, rilasciato al Tg3 Calabria, ha acceso nuovi interrogativi: secondo quanto riferito, nessuno sarebbe intervenuto prontamente nonostante le grida d’aiuto, e mancherebbero sia personale adeguatamente formato che strumenti salvavita sul posto. La Procura intende accertare se il parco acquatico fosse realmente conforme agli standard normativi o se vi siano state gravi omissioni. In un clima di forte emozione e indignazione, l’opinione pubblica chiede chiarezza e responsabilità.

Un impianto milionario tra criticità gestionali e inchieste passate

Il nome di Antonio Fusinato, uno degli indagati, non è nuovo alla cronaca locale. È infatti citato nella relazione della commissione d’accesso antimafia che ha portato allo scioglimento del Comune di Rende per infiltrazioni mafiose. Secondo la documentazione, il Parco Acquatico Santa Chiara — un’opera pubblica costata oltre 18 milioni di euro — viene indicato come esempio di cattiva gestione del patrimonio comunale. Fusinato risulta avere diversi precedenti penali e di polizia, tra cui condanne per fallimento e altri reati economici. Nonostante gli sforzi dei commissari per assegnare nuovamente l’impianto tramite gara pubblica, i bandi sono andati deserti due volte, nonostante il potenziale giro d’affari stimato attorno ai 20 milioni di euro. Intanto, la città di Rende osserva oggi una giornata di lutto cittadino, stretta nel dolore attorno alla famiglia della piccola Simona, mentre resta aperto il dibattito su trasparenza, controlli e sicurezza negli impianti pubblici.

Intanto i primi esiti dell'autopsia parrebbero andare nella direzione della congestione per la povera Simona Vanessa.