Tribunale Trento
Tribunale Trento

Si è aperta nell’aula della Corte d’Assise di Trento la seconda udienza del secondo troncone del processo Perfido, che già nella sua prima fase aveva riconosciuto la penetrazione mafiosa della ’ndrangheta nel settore del porfido in Trentino. Ora sotto processo ci sono 15 imputati, in gran parte figure istituzionali e professionisti. A Alessia Nalin, Filippo Gioia e Vittorio Giordano è contestata l’associazione mafiosa. L’ex parlamentare Mauro Ottobre, l’ex sindaco di Frassilongo Bruno Groff, l’ex sindaco di Lona Lases Roberto Dalmonego e Domenico Morello (già condannato a dieci anni) rispondono invece di voto politico-mafioso.

 

Reati connessi: armi, banconote false e omertà su pestaggi


Nel fascicolo compaiono anche reati collegati: Pietro Denise e Saverio Arfuso, già condannati, sono accusati di detenzione illegale di armi e munizioni. Mustafa Arafat e Francesco Favara dovranno rispondere per la circolazione di banconote false. Ancora più grave il coinvolgimento di quattro carabinieri: Roberto d’Andrea, Nunzio Cipolla e Alfonso Fabrizio Amato sono accusati di omissione di soccorso, omessa denuncia e favoreggiamento in merito al pestaggio dell’operaio cinese Hu Xupai. Al collega Luigi Sperini è contestato il reato di rivelazione di atti d’ufficio.

Parte civili e memoria collettiva: si costituiscono Cgil, Cisl e istituzioni


Durante l’udienza sono state discusse nove richieste di costituzione di parte civile. A chiedere il riconoscimento sono stati Cgil, Cisl, la cooperativa AltroTrentino, la stessa vittima del pestaggio Hu Xupai, oltre a istituzioni come la Provincia di Trento, il Comune di Lona Lases e la Presidenza del Consiglio dei Ministri, insieme ai Ministeri della Difesa e dell’Interno. Un segnale forte, a conferma della gravità del caso e dell’impegno collettivo per fare luce sulle infiltrazioni mafiose e le connivenze istituzionali in una delle vicende giudiziarie più delicate del Trentino.