Bunker Platì
Bunker Platì

Il famoso bunker si ‘ndrangheta di Platì

 

A Platì nel cuore dell'Apromonte, accompagnati dal Maresciallo Maggiore Luigi Di Gioia, Comandante della Caserma di Platì insieme ai suoi militari, ci siamo recati in un casolare situato nel Vallone Morabito nel cuore della cittadina del reggino. 

Il bunker di 'ndragheta di Plalì

Questo casolare, ormai diventato un rudere fatiscente, nasconde all'interno un bunker utilizzato dalla 'ndrangheta locale. Infatti proprio nel 2001 i militari dell'Arma, coadiuvati dai colleghi Cacciatori di Calabria, dopo una serie di indagini incrociate hanno rintracciato e catturato due pericolosi latinati ed un favoreggiatore. 


 

Il Maresciallo Maggiore Di Gioia, ha ripercorso tutto l'iter della cattura, sin da quando i militari operanti hanno sfondato una finestra dell'abitazione

Bunker Platì

 per poi mettere in fuga i latitanti che l'abitavano. I catturandi, si sono dati alla fuga introducendosi in una delle botole create apposta per fuggire nei momenti si pericolo. 

Il bunker e la fuga

Come lo stesso Di Gioia ha raccontato, durante la corsa uno dei due si è fratturato una spalla consentendo in maniera più semplice il loro arresto da parte dei carabinieri. 

Luigi di Gioia al comando della caserma di Platì da oltre 13 anni, ha spiegato i meccanismi mafiosi che vigono nel territorio, sottolineando però la speranza che qualcosa stia cambiando. 
 

Bunker Platì

Ritorniamo a bunker

 

Il bunker è costituto da tre via di fuga, una che passa attraverso le fogne del paese, l'altra prevede una uscita all'esterno e la terza in un appartamento. 


Si possono attraversare cunicoli molto stretti dove si fa una gran fatica ed entrare ed uscire, questi cunicoli giungono in una camera attrezzata con dei letti e con dei giacigli di fortuna.

Ci spiegava il Maresciallo Maggiore Luigi Di Gioia che moltissimi giornalisti anche di testate nazionali hanno attenzionato il bunker di Platì, che molto probabilmente a breve potrebbe diventare bene confiscato alla mafia da destinare ad opere benefiche.

Luigi Di Gioia ha lanciato un appello, quello di denunciare perché lo stato è presente.