Stragi silenziose su due ruote: in Calabria tre motociclisti morti in due fine settimana
Sono 37 i motociclisti deceduti recentemente sulle strade italiane. Il presidente dell’Asaps denuncia il silenzio istituzionale

Negli ultimi due fine settimana, le strade italiane sono diventate scenario di una vera e propria ecatombe per i motociclisti: ben 37 le vittime in soli 9 giorni. Numeri che impressionano, e che secondo Giordano Biserni, presidente dell’Asaps – Associazione sostenitori e amici della polizia stradale – meritano un’attenzione molto più alta: “È come se fosse andato fuori strada un pullman con 37 passeggeri deceduti, tutti col casco! E nessuno ne parla”. Una riflessione amara che mette a nudo l’indifferenza nei confronti di una tragedia quotidiana.
Il bollettino dell’ultimo weekend: 21 motociclisti morti
Tra il 6 e l’8 giugno, il report dell’Asaps ha registrato 35 decessi sulle strade: 21 motociclisti, 10 automobilisti, 2 pedoni, 1 ciclista e 1 conducente di autocarro.
A ciò si aggiunge il dramma generazionale: 15 delle vittime avevano meno di 35 anni, e la più giovane era una ragazza di appena 14 anni. Due incidenti multipli hanno provocato 6 morti complessivi, mentre in 7 casi la causa è stata la fuoriuscita autonoma del veicolo, senza il coinvolgimento di terzi.
La Calabria piange tre vittime: un segnale da non ignorare
Nel bilancio nazionale, la Calabria registra tre decessi in questi ultimi due fine settimana. Una cifra che, se confrontata con il totale, pone la regione al livello della Lombardia, e davanti a Sicilia e Sardegna. Una posizione tutt’altro che rassicurante, specie considerando la minore densità di traffico rispetto ad altre aree del Paese.
Le vittime calabresi si inseriscono in un quadro allarmante, dove a fare da teatro alle tragedie sono soprattutto le strade statali e provinciali – ben 18 incidenti mortali su queste arterie. Il dato sottolinea ancora una volta l’urgenza di interventi strutturali e di prevenzione sulla rete viaria calabrese.
La sicurezza stradale come emergenza civile
Il silenzio che accompagna queste tragedie è il dato forse più inquietante. Nonostante l’alta frequenza e la giovane età delle vittime, l’incidentalità stradale, soprattutto quella che coinvolge motociclisti, continua a essere ignorata nel dibattito pubblico e istituzionale.
In una regione come la Calabria, dove spesso le strade si presentano in condizioni critiche e il soccorso può risultare lento, ogni vittima rappresenta il fallimento di una rete che dovrebbe proteggere, non tradire.
Biserni lancia l’allarme, ma serve una risposta collettiva: dalla manutenzione delle strade all’educazione alla guida, fino al rafforzamento dei controlli, è tempo di dare alle morti su due ruote il peso che meritano. Anche – e soprattutto – quando accadono lontano dai riflettori.