Il porto di Gioia Tauro è il primo scalo italiano per traffico container e l’ottavo in Europa, con una movimentazione di oltre 3,5 milioni di TEU nel 2023. La sua posizione baricentrica tra Suez e Gibilterra lo rende un nodo cruciale per il transhipment internazionale, collegando oltre 120 porti in tutto il mondo. La profondità naturale fino a 18 metri e le banchine lunghe 3,4 km consentono l’attracco delle più grandi navi portacontainer esistenti.

Il terminal principale è gestito da MedCenter Container Terminal (Mct), parte del gruppo Msc, che ha investito in nuove attrezzature e tecnologie per aumentare l’efficienza e la sostenibilità delle operazioni.

Investimenti e progetti in corso

L’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio ha avviato un programma di sviluppo infrastrutturale, con progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Tra questi, la realizzazione di una nuova banchina general cargo da 59 milioni di euro per diversificare le attività portuali . Tuttavia, solo la progettazione è attualmente finanziata, mentre i fondi per la costruzione restano da reperire.

Altri interventi includono l’approfondimento e il consolidamento delle banchine di levante, con un investimento di 50 milioni di euro, e l’elettrificazione del canale portuale, per cui è previsto un ulteriore finanziamento di 90 milioni di euro.

Le criticità: isolamento infrastrutturale e burocrazia

Nonostante le sue potenzialità, il porto di Gioia Tauro rischia di diventare una “cattedrale nel deserto” se non vengono potenziati i collegamenti ferroviari e stradali. Il rischio è che, pur essendo un nodo avanzato, rimanga isolato in una rete logistica obsoleta, con gravi ripercussioni sullo sviluppo economico della Calabria.

A ciò si aggiungono ostacoli burocratici che rallentano gli investimenti e la realizzazione dei progetti. La mancanza di un’efficace sinergia tra istituzioni e operatori economici limita le possibilità di crescita e di attrazione di nuovi traffici.

Il nodo della legalità e della governance

Il porto di Gioia Tauro è stato storicamente infiltrato dalla 'ndrangheta, che ha esercitato un controllo su varie attività economiche legate allo scalo, dal traffico di droga all'assunzione di personale . Nonostante gli sforzi delle autorità per contrastare la criminalità organizzata, il rischio di infiltrazioni persiste, richiedendo un costante monitoraggio e interventi mirati.

La recente mancata riconferma dell'ammiraglio Andrea Agostinelli alla guida dell'Autorità Portuale ha sollevato preoccupazioni tra imprenditori e amministratori locali, che temono una politicizzazione della gestione del porto e una perdita di continuità nelle strategie di sviluppo.

Un futuro da costruire insieme

Il porto di Gioia Tauro rappresenta un'eccellenza italiana con un enorme potenziale di crescita. Tuttavia, per trasformare questo potenziale in realtà, è necessario un impegno congiunto da parte delle istituzioni, degli operatori economici e della società civile. Solo attraverso investimenti mirati, riforme strutturali e una governance trasparente sarà possibile superare le criticità attuali e fare del porto un motore di sviluppo per la Calabria e per l'intero Paese.